L’amore perfetto | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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domenica 21 marzo 2010

L’amore perfetto

amore

Gesù prima di andare al Padre  ci ha lasciato il più grande dei comandamenti: "Io vi do un nuovo comandamento che vi amiate gli uni verso gli altri."

"Da questo amore tutti sapranno che siete miei discepoli". La comunità cristiana è costituita dall'amore, o meglio: è l'amore, l'amore di Gesù, che costituisce la chiesa di Cristo ed è l'amore reciproco cioè quell'amore puro verso l'altro che crea la comunione e quindi  la comunità...
 Nelle  piccole comunità originarie,  come quelle fondate dagli apostoli Paolo e Barnaba durante i loro viaggi missionari, si trova il vero modello di vita, lo stile di vita cristiana per ciascuno di noi.

Tutto lì era basato sull'amore, sull'aiuto e l'amore reciproco. C'è uno scritto antico di un autore pagano, non credente, che guardava quella gente da lontano, la gente per lui strana, e si diceva: "saranno strani ma guardate come si amano..." 

"Da questo – dice Gesù nel Vangelo – tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni verso gli altri". Gesù, nelle ultime ore di intimità con gli apostoli, lascia a loro una specie di testamento che dice proprio questo: "se avrete amore reciproco...", Gesù non dice: la gente saprà che siete miei discepoli se vivrete poveri, se sarete obbedienti, se avrete appreso tutta la dottrina, tutti gli insegnamenti o se sarete capaci di predicare bene il vangelo... 

Certo sono tutte cose necessarie queste, ma c'è n'è una, la più importante, senza la quale tutte le altre sono nulla perché è questa che dà il significato e il sapore alle altre... E' l'amore e  l'aiuto, quell'amore reciproco  che rende viva la comunità: se avete amore gli uni verso gli altri... Cristo ci ha amato fino a dare la vita per noi, Cristo ci ha amato fino a renderci partecipi dello stesso amore che è tra Lui e il Padre, Cristo ci ha amato fino a farsi schiavo che lava i piedi del suo padrone, affinché possiamo conoscere bene l'amore, l'amore reciproco...l'amore perfetto.

La comunità degli apostoli riuscì a mettere in atto questo amore, e coloro che erano attirati dal calore e del focolare cristiano venivano coinvolti da questo sentimento. Era un amore sincero che contraddistingueva quanti erano toccati dallo Spirito di Dio.
L’amore di quei giorni andava oltre al bacio fraterno o alla stretta di mano, era un amore pratico e concreto che spingeva ad avere  cura gli uni degli altri, non in modo freddo e formale ma in una maniera ardente, rendendo così testimonianza proprio tramite quella comunione e quell'amore che si manifestava reciprocamente.

Anche esprimersi in modo chiaro, specialmente con gli altri è un segno evidente di amore, sincerità e lealtà. Da parte sua Gesù non usò mai un linguaggio oscuro, ambiguo o misterioso. Ma parlò sempre con molta chiarezza. Teniamo bene in mente che l’atteggiamento da noi assunto in risposta alle Sue esortazioni sarà quello che inevitabilmente determinerà il risultato della nostra vita ora e per l’eternità, per cui anche noi dimostriamoci sempre sinceri.

Aiutiamo sempre, anche se crediamo di abbassarci troppo, Dio parla chiaro dell'essere servi gli uni degli altri. Si eviterebbero molte inutili beghe se si tenesse più presente questa esortazione della Sua Parola.
Noi uomini con tutto il nostro carico di arroganza e superbia crediamo che la chiesa del Signore sia una società retta dalle stesse passioni della società carnale nella quale viviamo.  Anche come cristiani pensiamo spesso che ci siano diversi e vari metri di giudizio, per i quali classificare e classificarci, ci illudiamo di essere meglio di qualcun altro e di meritare posizioni d’onore nella comunità. Il Signore invece spiega che il metro di giudizio e la scala d’onore, per il cristiano, sono invertiti rispetto a quello del mondo.

fiori

Chi vuole essere il maggiore, deve essere l’ultimo e servitore di tutti. Questo vuol dire che non ci sarà mai un primo in quanto chi vuole essere il primo deve essere servo di tutti e quindi ultimo. Questo stato di cose è certamente difficile da accettare perché servire vuol dire essere disposti a sovvenire alle necessità ed essere umili, silenziosi e pazienti.

Mettersi a servizio degli altri come lo stesso Gesù che si è fatto servo e si è donato affinchè anche noi ci donassimo: “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate voi” (Gv 13,12-13). Il Signore ci aiuterà ad essere servitori dei nostri fratelli allontanando da noi ogni visione carnale e umana solo se ci sottomettiamo a Lui.

“… quando avrete fatto tutto ciò che vi è comandato, dite: "Noi siamo servi inutili; abbiamo fatto quello che eravamo in obbligo di fare". Luca 17:10.

Per il Signore non ci sarà alcuna differenza tra i primi e gli ultimi, poiché Dio è fedele nel retribuire coloro che lo servono fedelmente. Quello che riceviamo è sempre un’indebita ed immeritata grazia.



 Ogni giorno meno di me e più di Te o mio Signore:
" Investigami, o Dio, e conosci il mio cuore. Provami, e conosci i miei pensieri.
E vedi se v’è in me qualche via iniqua, e guidami per la via eterna"
(Salmi 139:23-24)

Liberamente adattato da internet

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