L'armatura di Dio | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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domenica 4 aprile 2010

L'armatura di Dio



armatura

"il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti" (Efesini 6:12).

In un combattimento l’armatura è per un soldato qualcosa d’irrinunciabile, e lo è anche per un credente.  Esiste un nemico del regno dei cieli, e il versetto sopra ci svela che la lotta contro questo nemico non è carnale ma spirituale. Come vuoi che sia, potrebbe pensare qualcuno, dato che quest’ipotetico nemico non è tangibile. Però non dobbiamo dimenticare che il mondo spirituale ha degli effetti sulla nostra realtà. Molti non riescono a percepire questo mondo spirituale, proprio perché non sono in grado di riconoscere gli effetti di tale realtà su quella nostra. È vero che, come attesta il verso , il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma è altrettanto vero che questa lotta ha delle ripercussioni sulla nostra vita (quindi visibili). 

Ma perché l’armatura di Dio è per i credenti? 

Beh, è semplice, poiché un non credente è considerato da Cristo privo di vita: Ma Gesú gli disse: "Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va' ad annunziare il regno di Dio" (Luca 9:60). Pertanto, come tale, non può indossare un’armatura, sarebbe inutile per un individuo morto. Penso sia chiaro che l’armatura è riservata a delle persone spiritualmente vive (cioè, nate di nuovo), anche perché una battaglia può essere condotta soltanto contro i viventi.

Ho evidenziato sopra  che il nemico contro cui combattono i credenti è Satana, ma non è l’unico, poiché a tale lotta partecipano tutte quelle forze angeliche che nella sua ribellione lo seguirono. Noi  lottiamo contro tutte quelle forze spirituali malvagie che tentano d’indurci al peccato. Il nostro combattimento è quindi continuo, infatti, lo scrittore agli Ebrei affermò che: "…deponiamo ogni peso e il peccato che cosí facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta," (Ebrei 12:1)

Purtroppo il male ci avvolge molto facilmente, e se non siamo equipaggiati per bene saremo sopraffatti dal peccato, correndo il rischio di soccombere in battaglia. In questa lotta il maligno userà ogni mezzo pur di sconfiggerci. Per questo motivo è importantissimo indossare la completa armatura di Dio, affinché riusciamo a resistere a ogni tipo d’attacco del nemico. E se qualcuno riconosce d’essere spiritualmente privo di vita, chieda (credendo e confessando i propri peccati) al Creatore e Salvatore dell’universo di riportarlo in vita, affinché anch’egli possa indossare l’armatura che gli permetterà di vincere le battaglie della sua vita.

"Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere. State dunque saldi: prendete la verità per cintura dei vostri fianchi; rivestitevi della corazza della giustizia; mettete come calzature ai vostri piedi lo zelo dato dal vangelo della pace; prendete oltre a tutto ciò lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infocati del maligno. Prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la parola di Dio; pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza.…" Efesini 6:13-18

Il passo sopra descrive l’intera armatura di Dio, e sottolineo l’intera. Sì, poiché l’apostolo Paolo evidenzia che bisogna indossarla al completo. Pertanto nel presente post non farò una distinzione d’importanza, perché è efficace soltanto se indossata per intera. La rappresentazione dell’armatura, nel passo biblico in questione, rispecchia quella usata dai soldati romani dell’epoca. Una delle forze dell’impero romano risiedeva proprio nel buon equipaggiamento dei propri soldati, e l’apostolo Paolo ne applicò le parti per illustrarci delle realtà spirituali.

La cintura è descritta come la verità. Al soldato romano serviva a fissare la tunica e sostenere la spada. Ma di quale verità si parla nel passo? Gesú allora disse a quelli che avevano creduto in Lui: "Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi". Possiamo quindi affermare che credendo in Lui e perseverando nella Sua parola (Bibbia) conosceremo la verità che ci farà liberi.

Liberi da che cosa? 

Dalle menzogne di Satana. Il Diavolo cerca in tutti i modi di pervertire la parola di Dio sin dalla creazione dell’uomo (vedi caduta di Adamo ed Eva). Annullare tale parola ci rende schiavi delle paure sociali che ci potrebbero indurre a dei comportamenti superstiziosi limitandoci nella ricerca di Dio e della Sua volontà. Anche le false dottrine, il formalismo, le filosofie e teorie negazioniste della realtà del Creatore limitano il credente nella sua lotta. Se un cristiano non conosce la piena verità, non potrà mai essere libero nei suoi movimenti, e ciò lo comprometterà moltissimo in battaglia fino a un punto tale da perdere la fiducia nell’unica arma a disposizione. Privi della cintura non sarà possibile sostenere la spada e, pertanto, sarà facile smarrirla nel proprio cammino. Perder la fiducia nella parola di Dio significa regalare (incoscientemente) la vittoria a Satana.

La corazza cosa rappresenta? La corazza di un soldato romano era metallica e serviva a proteggere le parti più vitali del guerriero. San Paolo desiderava illustrarci la giustificazione che possediamo in Cristo: "Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio "(Efesini 2:8). La parte vitale protetta dalla corazza e soprattutto il cuore, che rappresenta la sede delle nostre emozioni. Non indossando la corazza della giustizia, corriamo il rischio d’essere colpiti nella parte più vitale del nostro essere. Noi siamo giustificati per fede, e nel momento in cui mettiamo da parte questa giustificazione, cullandoci nell’idea che abbiamo bisogno d’alcune opere (atti o riti religiosi) per raggiungerla o lasciandoci vincere dal pensiero che non necessitiamo d’alcuna giustificazione perché tanto non siamo poi così cattivi e peccatori, gettiamo via quello scudo che ci ripara dai colpi mortali di Satana, il quale non esiterà a ferirci nell’intimo dei nostri sentimenti pur di conseguire la vittoria. E' evidente che, è pericolosissimo uscire dalla giustificazione per fede.

I calzari invece permettevano al soldato antico di muoversi con rapidità e certezza su qualsiasi tipo di terreno. Indossandoli egli non correva il rischio di ferirsi e invalidare così il proprio passo, poiché calzava dei solidi sandali in cuoio. Essi rappresentano lo zelo, termine con il quale s’intende il fervore o l’ardore che ci spinge ad adoperarci per il conseguimento di un fine. Il fine del credente è la proclamazione del Vangelo e il raggiungimento della gloria celeste. La trascuratezza o il disinteresse di tale aspetto ci rallenterà moltissimo in questo cammino, diventando facile bersaglio per il nemico. Infatti, lo stare in movimento è fondamentale per non essere colpiti, poiché un bersaglio in continuo moto è molto più difficile da centrare. Per questo l’apostolo Paolo esortò i credenti di Roma a non essere pigri in quest’aspetto: "Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore;" (Romani 12:11)

Lo scudo, invece, l’elemento difensivo per eccellenza, riusciva a coprire anche tutto il corpo se ci si disponeva nel modo corretto, evitando così d’essere colpiti dai dardi intrisi di pece e poi infiammati. Nel passo di Paolo è rappresentato con la fede. È praticamente impossibile restare illesi se non si possiede la fede. Nelle nostre lotte (difficoltà) ci rivolgiamo, spero, sempre al Signore, affinché ci indichi la via d’uscita, ed Egli non si esime mai dal farlo, ma quante volte siamo rimasti delusi? Spesso capita di non vedere realizzato ciò che Egli ci ha promesso, perché? 

Beh, poiché non abbiamo prestato fede alle parole che il Signore ci ha rivolto. Egli ha parlato, ma noi invece di porre fede nella Sua parola, non l’abbiamo ascoltato. Come non restare delusi in situazioni del genere? Sono ferite causate dal mancato utilizzo dello scudo (fede). Se desideriamo rafforzare la nostra fede dobbiamo accostarci alla parola di Dio, poiché: ".... la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo." (Romani 10:17). Trascurare l’utilizzo dello scudo (fede) moltiplicherà notevolmente le difficoltà in un combattimento, sarà facile restare feriti dal nemico, ed egli non avrà compassione, ma infierirà spietatamente pur d’ottenere la vittoria.

L’elmo è la parte dell’armatura che protegge il centro nevralgico (testa) del guerriero ed è presentato, nel passo sopra, come la salvezza. L’elmo deve preservare la nostra mente dai dubbi. È nella mente che nascono i dubbi a seguito di tutto ciò che essa riceve. Un modo per preservarla è rigettare tutto ciò che potrebbe minare l’esperienza della salvezza. Ma nella nostra mente non possiamo evitare che sorgano dei pensieri, come fare? 

Beh, come si dice, non possiamo evitare che gli uccelli volino sopra la nostra testa, però possiamo evitare che nidificano. Come? "…. facendo prigioniero ogni pensiero fino a renderlo ubbidiente a Cristo;" (II Corinzi 10:5). Capisco che indossare quest’elmo può comportare dei sacrifici, ma solo così usciremo vincenti dalla battaglia.


spada


La spada, infine,  è descritta come la parola di Dio. E’ l’unica arma offensiva a disposizione del credente (soldato). Può capitare che il nemico non soccomba al primo colpo di spada, ma questo non dovrebbe spaventarci. Cristo dovette sferzare ben tre volte la spada prima che mettesse in fuga il nemico (cfr.Luca 4:3-13) e  Giacomo scrisse: "Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi" (Giacomo 4:7)
Quindi, non gettiamo via la spada quando al primo colpo non vinciamo lo scontro con il nemico, altrimenti che combattimento sarebbe? 

Infine, l’apostolo Paolo esortò a pregare in ogni tempo. Sì, pregare, e con pregare non intendo la recitazione infinita di parole preconfezionate ma parlare con Dio ovunque ci troviamo. Qualsiasi posto è idoneo per rivolgere un pensiero spontaneo a Dio con un sentimento di preghiera. E come disse qualcuno, la preghiera è il respiro dell’anima, e il soldato, se pur ben equipaggiato con tutta la sua armatura, non resisterà un solo minuto allo scontro se privato del respiro (preghiera). 

Di conseguemza non è sufficiente munirsi di tutta l’armatura di Dio se poi non iniziamo a respirare regolarmente e intensamente. È importantissimo non trascurare la preghiera, onde evitare in combattimento di perdere il fiato, sarebbe mortale. In conclusione desideravo precisare che molti escono perdenti dalle battaglie spirituali poiché utilizzano l’armatura di Dio in modo errato. Infatti, non è possibile calzare la cintura della verità al posto dei sandali, perché calpesteremmo la verità. Così com’è sbagliato usare lo scudo in modo offensivo al posto della spada, il nemico non ha paura della nostra fede, ma lo scudo (fede) ci permette (proteggendoci) di sferzare dei colpi decisi con la spada (la parola di Dio), in altre parole, grazie alla fede (scudo) siamo in grado di colpire efficacemente il nemico. Possiamo notare che pur indossando l’intera armatura, essa dovrà sempre essere adoperata in modo corretto, senza trascurare la respirazione (preghiera). 

Soltanto così potremo alla fine del nostro cammino esclamare:

" Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione" (II Timoteo 4:7,8).



"Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove." Efesini 6,13

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