Come lottare e vincere | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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domenica 7 novembre 2010

Come lottare e vincere


 "Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna, alla quale sei chiamato e per cui hai fatto la buona confessione di fede davanti a molti testimoni" (1 Ti. 6:12).
 
Il buon combattimento

La vita è spesso una lotta difficile per molti in questo mondo. La lotta per la vita contraddistingue il mondo animale, ed anche quello umano. Spesso la lotta è impari e senza scrupoli. Le lotte e le guerre causano innumerevoli vittime, disastri ed ingiustizie. Giustamente desideriamo la pace. La lotta, la competizione e la polemica, però non sono valori negativi quando sono portati avanti secondo precise regole etiche. Senza lotta e competizione non ci sarebbe neppure lo sport, e nemmeno il progresso.
A volte si esagera persino con il pacifismo, e Gesù, che la Bibbia chiama giustamente "principe della pace" a volte, nella descrizione di qualcuno, appare come un personaggio sdolcinato, senza spina dorsale, sempre teso al compromesso, senza impeto alcuno. Questo però non è il Cristo della Bibbia. La Bibbia dice: "Il figlio di Dio è venuto per distruggere le opere del diavolo", e Gesù stesso disse: "Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a mettervi la pace, ma la spada".
Iddio aveva chiamato Abramo e la sua gente ad un "viaggio" che si sarebbe rivelato una meravigliosa avventura, riconquistare la dignità perduta originale di creature fatte ad immagine e somiglianza di Dio. E' la stessa grande avventura a cui chiama noi. Abrahamo doveva procedere con grande fiducia nella potenza di Dio la quale sola avrebbe sovvenuto alle obiettive sue incapacità di arrivare a quell'obiettivo. Doveva avere pazienza e rispettare i tempi che Dio, nella Sua sovranità, aveva deciso per lui. Abrahamo doveva soprattutto ubbidire a tutte le indicazioni che Dio gli avrebbe dato durante il suo "viaggio".

Un altro aspetto però di questo viaggio verso la dignità perduta di figli di Dio, il popolo di Israele l'avrebbe appreso più tardi mentre, sotto la guida di Mosè, liberato dall'Egitto, si sarebbe trovato finalmente davanti all'agognata terra promessa. Mettervi piede non sarebbe stato così facile, perché prendere possesso di quella terra sarebbe stato una conquista di carattere militare, una conquista non facile, una guerra! Un dono di Dio da conquistare a forza? 
Com'è possibile?
Dio ci rende possibile il ricupero della nostra dignità perduta, la vita significativa ed eterna, ma Egli vuole che la conquista sia per noi un'importante esperienza didattica. Egli sarà con noi nel combattimento, ce ne darà le armi e la forza, ma pur sempre sarà una conquista. Dice il Nuovo Testamento: "Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna, alla quale sei chiamato e per cui hai fatto la buona confessione di fede davanti a molti testimoni" (1 Ti. 6:12).

Giosuè

 
Davanti alla terra promessa Mosè termina la sua missione e subentra infatti un'altra figura, quella di Giosuè, il condottiero, il conquistatore. Beh, noi sappiamo che sarebbe poi stato un grande conquistatore, all'inizio Giosuè nemmeno ci pensava. Avrebbe forse voluto essere solo un buon politico come Mosè, ma Iddio lo chiama a ben altro: alla lotta!
Che cosa c'era però in serbo per Israele nella terra di Canaan? Canaan sarebbe stata per loro una terra di benedizioni inimmaginabili. Una volta sistemati laggiù, il popolo di Dio si sarebbe oltremodo moltiplicato fisicamente e spiritualmente. Israele avrebbe esercitato dominio sulla terra come mai prima. La frustrazione del lavoro sarebbe diminuita, la terra avrebbe donato i suoi frutti con un lavoro minimo. In breve, Dio aveva stabilito che Canaan diventasse un luogo di straordinaria dignità per i Suoi redenti. Conquistando Canaan Israele avrebbe avuto un assaggio dell'onore che Dio aveva originalmente conferito alla razza umana. Dio aveva detto a Giosuè: "Tu devi lottare per l'onore di vivere nella Terra Promessa".


Ogni credente si trova oggi spiritualmente nella stessa posizione in cui si trovava allora Giosuè. Cristo ci libera dal peccato come Mosè aveva liberato Israele dalla schiavitù. Anche noi ci muoviamo verso la gloria di nuovi cieli e di una nuova terra, proprio come Israele si muoveva verso la terra di Canaan. Anche noi dobbiamo ingaggiare una lotta, proprio come Israele doveva impegnarsi in una lotta di conquista. La dignità perduta di immagini di Dio non ci verrà offerta su un piatto d'argento: dobbiamo conquistarla!
Sebbene l'analogia fra le nostre circostanze e la situazione in cui si trovava Israele è profonda, dobbiamo stare attenti pure a notarne le differenze. Dice a noi la Bibbia: "poiché il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le podestà, contro i dominatori del mondo di tenebre di questa età, contro gli spiriti malvagi nei luoghi celesti". Noi siamo chiamati a combattere forze spirituali. Noi combattiamo contro falsità e menzogne, usando le armi che ci vengono fornite dallo Spirito Santo: "Infatti, anche se camminiamo nella carne, non guerreggiamo secondo la carne, perché le armi della nostra guerra non sono carnali, ma potenti in Dio a distruggere le fortezze, affinché distruggiamo le argomentazioni ed ogni altezza che si eleva contro la conoscenza di Dio e rendiamo sottomesso ogni pensiero all'ubbidienza di Cristo" (2 Corinzi 10: 3-5).


Dio ha chiamato ogni cristiano a lottare per la sua dignità perduta. Ci ha fatto grandi promesse, ma verranno realizzate solo con coloro che sono disposti a lottare e a vincere. Le promesse che Dio fa ad ogni persona quando la chiama a diventare cristiano sono autentiche: liberazione dal peccato, gioia, serenità, pace, forza, consiglio, senso nella vita... ma non sarebbe onesto dire che tutto questo si ottenga facilmente. La persona che diventa credente sa che una volta affidata la sua vita a Cristo, dovrà lottare duramente contro sé stesso e contro quelle forze spirituali che non hanno alcuna intenzione di permettergli di conquistare la sua dignità perduta, nessuna intenzione di vederselo sottrarre al suo dominio per trovare in Dio la sua libertà e la sua pace.
Seguire Cristo significa lottare. Bisogna lottare per strappare le anime dal potere dispotico di Satana e portarle a Cristo, lottare contro peccati ricorrenti, affrontare la malattia e la morte, lottare per la verità, lottare contro l'egoismo, l'indifferenza, la menzogna, le pressioni sociali... Essere credenti significa essere ingaggiati in ogni sorta di conflitti! Non sarebbe onesto celarlo.
Come si dovrà essere sentito Giosuè nel contemplare la realtà di una dura conquista? Quando aveva visto le grandi fortificazioni e gli eserciti armati che gli stavano di fronte, magari avrà pensato: "...e adesso come facciamo?". Che Giosuè fosse preoccupato lo possiamo dedurre dai ripetuti incoraggiamenti che il Signore gli rivolgeva. Dio però fa molto di più che esortarlo ad essere uomo e a lottare con coraggio. Dio gli aveva detto che c'erano tre modi specifici in cui egli avrebbe potuto diventare forte e coraggioso. Come? Dio si rivolge a Giosuè per ben tre volte, ogni volta dandogli un motivo per poter avere forza e coraggio.

1. La certezza dell'obiettivo proposto


La prima esortazione che Dio rivolge a Giosuè è: "Sii forte e coraggioso, perché tu metterai questo popolo in possesso del paese che giurai ai loro padri di dare loro". Il primo motivo che ispirerà a Giosuè forza e coraggio è la certezza dell'obiettivo finale che dovrà raggiungere: "tu metterai questo popolo in possesso del paese che giurai ai loro padri di dare loro".
Le difficoltà della vita cristiana ci possono spaventare, ma non dobbiamo lasciarcene impressionare: dobbiamo soltanto avere bene davanti a noi l'obiettivo da raggiungere. Ogni grande impresa è stata compiuta da persone del tutto comuni che non si sono lasciate spaventare dalle difficoltà ed hanno dato tutte sé stesse fino a raggiungere l'obiettivo desiderato. Quanto spesso invece siamo paurosi e titubanti? Quanto spesso non osiamo raccogliere la sfida che ci sta davanti osando ciò che i più direbbero "impossibile"? A tutti i livelli sfidando quello che potrebbe pensare la gente... sfidando quegli "ostacoli impossibili" intorno a noi.
 

Molti sportivi tentano di superare record considerati imbattuti, ed allora sfidano le capacità stesse del loro corpo per arrivare a battere il record. Il libro dei Guinness dei primati è pieno di gente che ha tentato con successo imprese che tutti ritenevano impossibili. Voi mi direste: "E' veramente stupido, chi glielo fa fare?". E' vero, spesso queste imprese sono veramente folli e inutili, e rischiano veramente la loro vita. Per cosa poi? Fama? Denaro?
Le sfide che però Dio ci propone a livello personale e sociale per raggiungere la nostra dignità perduta e le nostre potenzialità di immagini di Dio non sono né inutili né ideali impossibili: sono la nostra più autentica realizzazione umana! Gli obiettivi che Dio ci propone sono realistici: le forze che vi si oppongono sono grandi, ma Dio è ancora più grande !
Considerate gli eroi della fede di cui ci parla la lettera agli Ebrei:"E che dirò di più? Infatti mi mancherebbe il tempo se volessi raccontare di Gedeone, di Barak, di Sansone, di Iefte, di Davide, di Samuele e dei profeti, i quali per fede vinsero regni, praticarono la giustizia, conseguirono le promesse, turarono le gole dei leoni, spensero la forza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trassero forza dalla debolezza, divennero forti in guerra, misero in fuga gli eserciti stranieri.... Altri ancora subirono scherni e flagelli, e catene e prigionia. Furono lapidati, segati, tentati, morirono uccisi di spada, andarono in giro coperti di pelli di pecora e di capra, bisognosi, afflitti e maltrattati. (il mondo non era degno di loro), erranti per deserti e monti, in spelonche e in grotte della terra. ... Anche noi, dunque, essendo circondati da un così gran numero di testimoni, deposto ogni peso ed il peccato che ci sta sempre intorno allettandoci, corriamo con perseveranza la gara che ci è posta davanti. Tenendo gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio" .
Se teniamo davanti ai nostri occhi l'obiettivo possibile che Dio pone davanti ai nostri occhi, obiettivo che veramente vale la pena di raggiungere, le difficoltà non ci spaventeranno più.

2. La guida di Dio


Il primo pensiero che ispirerà a Giosuè forza e coraggio è l'idea della fedele esecuzione di tutto ciò che Dio gli avrebbe comandato. "Solo sii forte e coraggioso, cercando di agire secondo tutta la legge che Mosè, mio servo, ti ha prescritto, non deviare da essa né a destra né a sinistra, affinché tu prosperi, dovunque tu andrai... perché allora riuscirai nelle tue imprese, allora prospererai". Giosuè poteva ricevere coraggio non solo tenendo davanti a sé l'obiettivo, ma anche servendosi delle indicazioni che Dio aveva dato al Suo popolo.
Quando si va in una città che non si conosce, una mappa è molto utile: ti permette di raggiungere il posto in cui devi arrivare. Se vai in giro con una cartina, tutti vedranno che sei un turista, e magari rideranno, ma che importa? Se non conosci la strada è solo intelligenza avvalersi di una cartina. Anche Giosuè aveva bisogno di una guida per conquistare la terra promessa: la Parola che Dio rivelata a Mosè.
 

La Parola di Dio anche per noi è la Costituzione, il Corpo delle Leggi che regola la vita del Suo regno, la regola che garantisce una vita personale e sociale equilibrata, armoniosa e quindi anche realmente libera e prospera. La regola della Parola di Dio ci è di grande beneficio. Oggi però molti non la considerano così. Per molti la regola della Bibbia è una camicia di forza che limiterebbe la nostra libertà. Molti rifiutano la fede cristiana perché "vogliono essere liberi dalle regole della religione". Che tragico inganno! L'autentica Parola di Dio, non "le regole di una religione", in realtà, è una garanzia della nostra libertà e del nostro benessere. Magari all'inizio può sembrare una "palla al piede" che ci impedisce di muoverci liberamente e di "goderci la vita". All'inizio forse può sembrare così, ma alla fine le conseguenze per non aver rispettato la Parola di Dio sono sempre tragiche. Il Nuovo Testamento dice: "Così, la legge è certamente santa, e il comandamento santo, giusto e buono".
Perché Dio ci ha dato, ad esempio, i 10 Comandamenti? Per dare gloria alla Sua sovranità, per farci vedere quanto siamo lontani dalla nostra dignità originale di creature fatte ad immagine di Dio e per farci cercare in Cristo il nostro Salvatore. Certo, ma anche per regolare la nostra vita per il nostro stesso bene. Avere Dio come unico nostro Dio ci libera dall'essere schiavi di falsi dei.

3. La presenza di Dio

Il terzo motivo che avrebbe ispirato a Giosuè forza e coraggio mi piace considerarlo come il più importante: "Non te l'ho comandato? Sii forte e coraggioso; non avere paura e non sgomentarti, perché l'Eterno, il tuo Dio, è con te dovunque tu vada" .
Nella nostra vita gli impegni che abbiamo spesso ci impediscono la cosa che dovrebbe essere la più importante: coltivare l'amicizia e la comunione con i nostri famigliari ed amici. Se questo è già importante, ancora di più noi dovremmo considerare importante coltivare il nostro rapporto con Dio, fatto di preghiera e di meditazione della Sua Parola. Una volta il riformatore Martin Lutero aveva detto: "Oggi ho così tanti impegni che non so nemmeno da dove cominciare. Devo assolutamente passare tre ore in preghiera!".

Giosuè poteva avere forza e coraggio solo se avesse vissuto nella piena certezza che Dio sarebbe stato con Lui dovunque sarebbe andato. Il Signore non stava semplicemente dicendo a Giosuè di essere onnipresente, ma che Giosuè avrebbe potuto fare esperienza della Sua presenza nella comunione con Lui. Giosuè avrebbe potuto affrontare le battaglie che lo attendevano soltanto se avesse coltivato la sua personale comunione con Dio. Aveva bisogno di fare esperienza regolare della presenza di Dio per poter lottare efficacemente per la perduta dignità di immagine di Dio.
Essere creature fatte ad immagine di Dio significa avere il privilegio di una cosciente comunione con Lui. Quanto valorizziamo noi l'incontro quotidiano con Dio nella preghiera e nella meditazione della Sua parola. Per un credente, anzi, per una creatura umana che voglia recuperare la sua dignità perduta, questo è essenziale. Spesso è una comoda scusa per alcuni dire di essere in comunione con Dio nel lavoro quotidiano senza avere bisogno di alcun momento specifico di preghiera. E' come se un uomo sposato dicesse: "Io so che mia moglie esiste, e che fa le sue faccende a casa: non è poi così importante passare del tempo con lei!", oppure: "Io so che quel tale è mio amico, e che se ho bisogno mi aiuterà. Non è importante andarlo sempre a cercare e passare del tempo con lui". Strano matrimonio... strana amicizia... ricorrere a Dio soltanto quando se ne ha bisogno e ...ignorarLo per il resto del tempo. Non è assurdo?
La terza istruzione di Dio a Giosuè era una sincera devozione a Dio: questo era essenziale affinché avesse il coraggio e la forza nelle sue conquiste. Lo è per noi nella pratica della vita cristiana? Dio non voleva che Giosuè trascurasse questo aspetto della sua vita. Se noi lo trascuriamo i cattivi risultati e la sconfitta non ci devono sorprendere. Conoscendo la presenza di Dio in modo dinamico ed intimo potremo trovare la certezza che Egli si cura di noi e potremo muoverci in avanti verso grandi e vittoriose battaglie. 

Conclusione


 Dio ci dà il privilegio di vederci restituita la dignità perduta di creature fatte ad immagine di Dio e di essere davvero Suoi figli. Arrivarci è la certezza del Suo amore e della Sua grazia, ma arrivarci è anche il risultato di una conquista, di una guerra contro forze spirituali che vorrebbero impedirci di giungere a questo traguardo. Come Dio ha detto a Giosuè, anche noi potremo per queste battaglie trovare forza e coraggio se continuiamo a guardare la certezza dell'obiettivo finale che ci sta davanti, la Sua affidabile guida nella Scrittura e la Sua intima presenza nella preghiera e nella comunione con Lui Solo attraverso questi mezzi potremo muoverci verso il ristabilimento completo della nostra dignità perduta. Scopriremo la via per lottare e per vincere!



"Non si allontani dalla tua bocca il libro di questa legge, ma mèditalo giorno e notte, perché tu cerchi di agire secondo quanto vi è scritto; poiché allora tu porterai a buon fine le tue imprese e avrai successo. Non ti ho io comandato: Sii forte e coraggioso? Non temere dunque e non spaventarti, perché è con te il Signore tuo Dio, dovunque tu vada."
(Giosuè 1:8,9)

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1 comments:

  1. thanks Lidia for your advice, also your site is very nice. Keep Blogging to you

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