Distinguere il vero dal falso | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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domenica 17 luglio 2011

Distinguere il vero dal falso

discernimento

"In ogni cosa rendete grazie, poiché tale è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Non spegnete lo Spirito; non disprezzate le profezie;  ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene; astenetevi da ogni specie di male" (I Tessalonicesi 5:16-22).

Il discernimento è un processo che ci permette di fare delle distinzioni accurate nella nostra valutazione della verità; chi è in grado di discernere sa come discriminare la verità dall’errore. La parola discriminazione ha una connotazione negativa ma il suo significato vuol dire semplicemente “tracciare una distinzione chiara”. Nella società odierna fare delle distinzioni è un’azione non gradita, c’è la tendenza a non valutare le cose e ad accettare tutto; facilmente e superficialmente si crede ad ogni cosa senza riflettere o investigare prima a fondo per vedere se ciò è vero o falso. Il discernimento biblico esorta a giudicare ogni cosa e a fare delle valutazioni, certamente senza insinuare, diffamare, né essere contenziosi.

Le lingue originali della Scrittura usano specificamente il termine discriminazione, che viene tradotto spesso nell’Antico Testamento, in discernimento, comprensione, capacità, questo termine, quindi, implica  il concetto di fare delle distinzioni. Nel Nuovo Testamento, discernere, nel greco, ha il significato di “fare una distinzione” o “differenziare”, “separare una realtà da un’altra”, quindi il “mettere le cose nella giusta prospettiva” prima di esprimere un parere o prendere una decisione. Più che mai il credente deve sviluppare questa capacità di discernere per non cadere nelle insidie del diavolo, per rifiutare le false dottrine e per respingere tutti i tentativi subdoli del nemico che vorrebbe distogliere il credente dal Signore e turbare la compattezza della chiesa.

Cosa minaccia un vero discernimento biblico?

versetti 


"Così dice l'Eterno: «Fermatevi sulle vie e guardate, e domandate dei sentieri antichi, dove sia la buona strada, e camminate in essa; così troverete riposo per le anime vostre». Ma essi rispondono: «Non cammineremo in essa»"(Geremia 6:16)

Oggigiorno nei vari ambienti religiosi non si incoraggia i credenti a pensare in maniera biblica, ad usare la mente per capire e conservare chiare convinzioni dottrinali. Ci vuole precisione nella comprensione della Scrittura e non una libera interpretazione di essa basata su opinioni personali e vedute individuali. C’è un pericolo di relativismo che aggredisce la chiesa, il concetto di adattare tutto del cristianesimo ai modelli, ai metodi e alle maniere dei nostri tempi. Il discernimento scompare quando non esistono più degli assoluti, quando non c’è una sana dottrina a cui paragonare ogni cosa. Il relativismo moderno combatte un cristianesimo intelligente e dottrinale, e ne promuove uno psicologico, epidermico, mistico che si basa più sull’esperienza che sulla verità della Parola scritta.

Una seconda considerazione è che non si contrasta più il falso. Pochi sono disponibili a insegnare e dire ciò ch’è giusto e ciò che non lo è. Si cade sempre più in un buonismo politico che afferma: nessuno ha veramente ragione e nessuno ha veramente torto. Non esiste una vera distinzione tra il vero e il falso e in realtà neanche si crede che ci sia. Una predicazione biblica precisa, per alcuni, può offendere,  perchè tende ad essere troppo categorica. Il relativismo cristiano non accetta l’insegnamento biblico in termini di “bianco e nero” preferisce piuttosto un realtà “colorata” che permette a tutti una vita con più opzioni che possono soddisfare meglio i propri gusti e le proprie esigenze personali.

La tendenza di rompere con le posizioni dottrinali del passato e il voler distinguersi da ciò ch’è stato insegnato fino ad ora non è positiva. Dove non c’e continuità nell’insegnamento si perde la capacita di discernere e ci si apre all’inganno. Paolo incoraggiava Timoteo non ad innovare l’insegnamento biblico ma a conservarlo e a tramandarlo I Timoteo 1:5; 2:2; cfr. Giuda 3.

Il testo di I Tessalonicesi 5:21-22 ci indica TRE ASPETTI FONDAMENTALI per quanto riguarda il discernere:

   1. Esaminare (giudicare) ogni cosa;
   2. Ritenete il bene;
   3. Astenetevi da ogni specie di male.

I. Esaminare (giudicare) ogni cosa 


occhiali

L’elenco che esiste nel testo parla degli obblighi che ogni credente ha; sono dei comandamenti basilari importanti per un salutare cammino cristiano. Così come ognuno è chiamato ad essere gioioso, a pregare, a rendere grazie, dare spazio allo Spirito Santo, apprezzare le profezie [nel Nuovo Testamento è indice della proclamazione della verità divina, quindi accogliere nel cuore la predicazione dell’Evangelo], così il credente deve anche esaminare ogni cosa.

Il discernimento non è solo un dovere pastorale o riservato agli anziani di una comunità ma viene imposto ad ogni credente. Il discernimento è presentato qui come un attento esame. La necessità di analizzare, valutare o mettere alla prova determinate situazioni e affermazioni. In altre parole bisogna verificare l’autenticità di tutto ciò che ascoltiamo prima di convalidarne la veridicità. Dio non vuole che i suoi figli siano dei creduloni ma desidera che si attengano alla verità della Scrittura e siano in grado di capire quando una dottrina, un insegnamento, una consuetudine o un atteggiamento sia contrario ai principi dell’Evangelo.

La Bibbia denuncia alcune forme di giudicare.


  • Usare due pesi e due misure o l’ipocrisia  (Matteo 7:2-5).
  • Essa esorta contro l’esprimere un giudizio sulle motivazioni o i sentimenti di una persona in quanto non è possibile all’uomo conoscere i pensieri del cuore di un altro individuo (Ebrei 4:2).
  • Esprimere un giudizio con l’intento di condannare, screditare e disprezzare non è consono al comportamento cristiano, (Matteo 5:7).
Tuttavia la Bibbia insegna una forma corretta di giudicare anzi richiede che si faccia.

  • Gesù lo disse (Giovanni 7:24).
  • Giudicare o valutare, verificare, esaminare le parole o gli insegnamenti che si ricevono e che si ascoltano (I Corinzi 10:15).
  • Esiste una forma di giudizio anche nei confronti degli altri, in casi dove c’è una situazione di peccato palese, che non riguarda “quelli di fuori” (i non credenti), ma “quelli di dentro”, (i credenti) (I Corinzi 5:12-13). In questa situazione subentra la disciplina della chiesa, e l’applicazione è riservata a chi ha la specifica responsabilità.
  • Un’altra forma di giudizio sancita dalla Scrittura è quella di esaminare e giudicare noi stessi (I Corinzi 11:31).

Nell’esaminare ogni cosa il credente dimostra il desiderio di conoscere ciò che è vero, onesto, e corretto. La sua valutazione si basa su un quadro completo e obiettivo della situazione senza giungere a delle conclusioni frettolose. Bisogna essere premurosi nell’esaminare per vedere come stanno realmente le cose (cfr.Atti 17:11). I credenti di Berea investigarono le Scritture per vagliare il parlare di Paolo non perché sospettosi o superbi ma perché sinceramente desideravano conoscere la verità.

I Tessalonicesi, anche se avevano accolto la Parola loro annunciata come divina, facilmente dimenticavano ciò che Paolo aveva detto quando era insieme a loro e si lasciavano influenzare e dissuadere da varie situazioni e insegnamenti errati (cfr.I Tessalonicesi 3:1-5; II Tessalonicesi 2:1-2).

Quando si è privi della capacità di discernere ogni vento nuovo di dottrina ci si spinge in una direzione nuova, come anche ogni informazione ricevuta ci fa continuamente cambiare parere. Prima di arrivare a certe conclusioni occorre saper mettere ogni cosa nella giusta prospettiva.

II. Ritenete il bene


credente

Dobbiamo definire l’idea di “bene” o “buono” presente qui nel testo. A volte una cosa è considerata buona se è piacevole, bella a vedersi o attraente nell’esteriore. Una valutazione in questo senso può essere in realtà semplicemente un parere personale o influenzata dalle proprie concupiscenze carnali. Il bene qui nel testo non si riferisce necessariamente a ciò che piace, quanto a ciò ch’è vero, reale, autentico quindi affidabile ed in perfetto accordo con la Parola di Dio: questo è buono.

Il credente è attratto dal bene e possiede una predisposizione a ciò che è buono (vero). I suoi pensieri sono indirizzati verso le cose vere e a quelle in cui c’è qualche virtù (cfr.Filippesi 4:8). Paolo scrivendo ai Romani evidenzia la necessità di accogliere il bene ma di respingere il male (cfr. Romani 12:9).

Ritenere il bene esprime l’idea di difendere la verità senza dare spazio al falso. Custodire sane parole e giusti insegnamenti, conservare la Scrittura nel cuore(cfr. II Timoteo 1:13-14).

Un altro aspetto importante risiede nell’attaccamento alla sana dottrina, perseverare nella verità (cfr.II Tessalonicesi; (I Giovanni 2:19). Non è possibile coltivare discernimento biblico se si è indifferenti verso tutta la verità dell’Evangelo, ad esempio,  quando si è disposti ad accantonare la verità della Scrittura, accettando dei compromessi, pur di  mantenere una pacifica convivenza,  si rischia di mettere in discussione l’autenticità e l’ispirazione della Bibbia.

Avere fede non significa accettare passivamente tutto ciò che viene insegnato ma credere fermamente in ciò che è vero. Il discernimento è in pericolo quando si dà poco conto alla verità o se ciò viene messo in secondo piano.

Un sano discernimento non ci condurrà a possedere una fede stimolata unicamente dai sentimenti, dalle emozioni, o dalle parole umane. I sentimenti, le emozioni, le esperienze, e le parole diventano “buoni” solo dopo averli giudicati alla Luce della verità della Parola. È pericoloso credere in qualcosa solo perché ha prodotto una certa esperienza spirituale intensa o perché abbiamo percepito una forte emozione o perché c’è piaciuto un certo ragionamento. Il discernimento biblico non ritiene ciò che necessariamente piace o che sia piacevole, ma ritiene ciò ch’è vero.

Astenetevi da ogni specie di male

Il termine tradotto con la parola astenetevi significa “tenersi alla larga”. Il nostro discernimento sarà offuscato se abbiamo troppo contatto con il male (falsità, comportamenti iniqui). Dio non vuole che diventiamo esperti in falsa dottrina cercando di capire in fondo e in ogni dettaglio gli errori, neanche investigare o diventare troppo familiari con dei comportamenti e delle azioni inique. Siamo esortati a conoscere il vero così bene che possiamo in un attimo distinguere il falso e non viceversa.(cfr. Romani 16:19)

Le nostre scelte sono influenzate da ciò che ci circonda e da ciò che ascoltiamo, ecco perché è importante coltivare il cuore con la Parola di Dio, con discorsi che edificano schivando dispute e ragionamenti vani (cfr.II Timoteo 2:14-17a).

Tenersi alla larga significa evitare quelle situazioni o affermazioni poche chiare o dubbiose. Ogni eresia contiene qualche elemento di verità e tuttavia risulta squilibrata. Non diamo per scontato che tutto quello che vediamo o sentiamo anche nell’ambito cristiano  religioso sia la verità. Impariamo a conoscere personalmente la verità della Parola di Dio. C’è il rischio di cadere nella trappola del cavallo di Troia, non dimentichiamo che Satana si traveste da angelo di luce.

Il discernimento biblico non si lascia attrarre dal “grigio” o dall’ambiguità, cerca la chiarezza, si diletta nella verità, in ciò che è buono e sta alla larga da ogni specie di male.





"Ma se qualcuno di voi manca di sapienza, la chieda a Dio che dona a tutti liberamente senza rimproverare, e gli sarà data."
(Giacomo 1,5)


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4 comments:

  1. Le nostre scelte sono influenzate da ciò che ci circonda e da ciò che ascoltiamo, ecco perché è importante coltivare il cuore con la Parola di Dio, con discorsi che edificano schivando dispute e ragionamenti vani.
    Questo è ciò che dice la Parola di DIO: ma significa che applicato ad esempio, in un contesto di ufficio tra colleghi,il parlare di aggiornamenti di normative dove talvolta si scambiano anche vocaboli di offese, conviene tagliar corto e parlare solo di Bibbia? E se all'altro non interessano questi argomenti? Ecco che dovrebbe intervenire il discernimento nel considerare al meglio le parole scritte e applicarle con saggezza alle varie situazioni in cui si trova.E' bello potersi confrontare per crescere insieme senza disputare..
    Grazie
    SHALOM

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  2. Caro fabulus il nostro compito è di testimoniare ma una volta fatto, non dobbiamo insistere troppo per vedere noi i frutti, a quel punto interviene lo Spirito che fa scendere le nostre parole nei cuori e se questi non sono induriti allora avviene il miracolo ma se sono induriti può anche essere che non accada nulla, non sta più a noi a quel punto ma solo a Dio e loro risponderanno a Lui...pace mio caro

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  3. Tu, invece, persevera nele cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù. Ogni scrittura è ispirata da Dio e utile ad insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perchè l'uomo di Dio sia completo e en preparato per ogni opera buona...2Timoteo 3;14-17

    ...si, se chiami il discernimento e rivolgi la tua voce all'intelligenza, se la cerchi come l'argento e ti dai a scavarla come un tesoro, allora comprenderai il timore del signore e troverai la scienza di Dio. Il Signore infatti dà la saggezza; dalla sua bocca provengono la scienza e l'intelligenza. Proverbi 2;3-6...Nello studio e meditazione della parola troviamo le risposte che provengono per ispirazione dello Spirito Santo da Dio...Il Signore vi benedica....e sempre in alto i cuori a Cristo

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  4. Mio caro wids72 hai detto tutto...amen,che il Signore ti benedica!

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