L' illusione di una salvezza a buon mercato | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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venerdì 11 novembre 2011

L' illusione di una salvezza a buon mercato



pianista


"Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa è la via che conduce alla perdizione, e molti sono coloro che entrano per essa! Quanto stretta è invece la porta e angusta la via che conduce alla vita! E pochi sono coloro che la trovano" (Matteo 7:13,14).


Introduzione


Come si entra nel regno della musica? Come si entra nel mondo privilegiato di quelle persone che sanno suonare in modo eccellente uno o più strumenti musicali? Se la Bibbia rispondesse a questa domanda, forse si esprimerebbe così: "Stretta è la porta e angusta la via che conduce alla eccellenza del far musica, e pochi sono coloro che la trovano. Dovrai studiare duramente notte e giorno, non avrai tempo per te stesso, dovrai prepararti diligentemente ed impegnarti, dovrai ripetere esercizio dopo esercizio, tante e tante volte finché ti verrà bene, finché sarà sempre meglio, per anni ed anni, ed allora potrai diventare anche un famoso concertista...".

Questo principio è vero, comprensibile e ragionevole per questo come per altri campi delle umane realizzazioni, anche se evidentemente per far qualcosa spesso ci vuole un talento naturale. E' sorprendente però come molti ritengano al contrario che una vita piena, soddisfacente ed eterna, la salvezza stessa, quella che Cristo propone, sia qualcosa che ci sia, in un certo senso, "dovuta", per la quale non dovrebbe esserci richiesto alcun impegno, alcuno sforzo o disciplina di sorta, non certo una priorità nella nostra vita.

Si immagina magari un Dio bonaccione e benevolente che ti accoglie con una pacca sulla spalla, che dona a tutti con abbondanza e senza discriminazione alcuna, che perdona tutto a tutti. Magari a pensarlo sono quegli stessi che dicono che siamo tutti, in fondo, figli di Dio, che non è necessario alcun impegno morale e spirituale per far parte della chiesa, che l'inferno non esista o che nessuno alla fine ci finisca, che il giudizio di Dio non avverrà se non sulla base di un "minimo" di rispettabilità personale, giudicata secondo criteri, naturalmente, alquanto soggettivi....per accorgersi poi, quando è ormai troppo tardi, che, al cospetto di Dio, la porta della salvezza -con grande nostra meraviglia- sarà chiusa davanti a noi. E diremo: "Ma io pensavo che... ma quel teologo mi ha detto che... ma qui, ma la...". Dio però aveva parlato chiaramente nella Bibbia, ma gli abbiamo fatto dire ciò che a noi era più comodo o "ragionevole".

Si, che ci piaccia o meno, Cristo, al riguardo della vita piena, soddisfacente ed eterna che Egli ci vuole rendere possibile, parla in modo chiaro ed inequivocabile: "Entrate per la porta stretta... E pochi sono coloro che la trovano". Cerchiamo allora di capire questo testo in modo più approfondito. Possiamo dire che vi siano infatti due sole religioni al mondo: quella che emana dalla pia immaginazione umana quella che Dio rivela. In questo testo si parla di due porte, di due vie, di due tipi di compagnie e due destinazioni.


Due vie, dunque...


vie


I. La via che conduce alla vita


Che cosa significa qui la 'vita' di cui si parla?

Quando questo testo parla di 'porta' esso suggerisce l'idea di una città, più che di una casa, una città antica, circondata da mura. La porta doveva servire per proteggere un luogo in cui si poteva vivere al sicuro con il necessario per vivere, insieme a tante altre persone legate da vincoli di solidarietà. Se la Bibbia parla infatti di una porta attraverso la quale si può accedere alla vita, e questa porta rappresenta il Salvatore Gesù Cristo, essa ci può fare accedere ad un luogo, ad una condizione in cui veramente si può essere protetti dal peccato e dalle sue conseguenze per sempre, un luogo dove si possa godere dell'abbondanza di tutto ciò che costituisce una vita degna di essere vissuta; un luogo dove si possa godere della comunione con Dio e con tutti i suoi figlioli. La fede cristiana viene infatti a più riprese rappresentata dalla Bibbia come un definito "passare dalla morte alla vita", un entrare per grazia di Dio in una nuova condizione esistenziale, un'esperienza di radicale trasformazione della nostra esistenza, altro che vuota religione o un semplice coltivare buoni propositi!

Ecco dunque una porta che permette l'accesso alla vita, alla vita vera e completa. Notiamo come si tratti, in effetti, di:

Un accesso aperto. La porta potrà forse essere stretta, ma grazie a Dio non è chiusa! "Ti ho posto davanti una porta aperta" dice Gesù. La via della salvezza è ostruita dal nostro peccato e percorsa ai lati dallo steccato della legge di Dio. Cristo è però venuto sulla via della salvezza per rimuovere l'ostruzione del nostro peccato: egli l'ha preso ed esso è gravato sulle sue spalle fino alla morte, tanto era pesante. Con la sua risurrezione egli -questa ostruzione- l'ha eliminata. Gesù è divenuto così per noi, secondo le parole della Bibbia, "la via recente e vivente che egli ha consacrato (preparato) per noi attraverso... la sua carne".

Badate che non ci sono entrate secondarie per entrare nel Regno di Dio. Gesù disse chiaramente: "Io sono la via, la verità e la vita: nessuno viene al Padre se non per mezzo di me".

Un accesso stretto. Quando Gesù usa l'immagine della porta, probabilmente egli pensava a quella porticina ricavata nell'unico grande portone della città attraverso il quale talora persino i cammelli vi erano fatti passare, dopo averli scaricati di tutti i pesi ingombranti che portavano.

Allo stesso modo, per entrare nel regno di Dio, essendoci disponibile solo quella porticina, noi dobbiamo toglierci di dosso tutti i carichi ingombranti che noi portiamo, come, per esempio, la presunzione di essere accettabili davanti a Dio così come noi siamo, che spesso noi abbiamo.


incendio


Immaginate questa scena: è notte, una casa è avvolta accidentalmente dalle fiamme. Le fiamme si sviluppano in ogni sua parte con la velocità del lampo. Vengono chiamati i pompieri. Dentro la casa c'è un uomo che dorme e le fiamme stanno per raggiungerlo. Si sveglia. Guarda tutto spaventato intorno a sé. Ecco però che scopre in un angolo un passaggio attraverso il quale potrebbe passare, è molto stretto, ma sufficiente per salvare la sua vita. Che cosa fa allora? Rapidamente va in giro per la casa ed afferra tutte le cose di valore che possiede per salvare pure quelle. Ne ha raccolte uno scatolone pieno, ed ora, gravato sotto il peso di quello scatolone pieno di tesori raggiunge il passaggio, ma è troppo stretto per farci passare lui e tutta la sua roba. Allora grida: "Non posso passare, questo passaggio è troppo stretto!".

Che stupido! Lascia là tutti i tuoi tesori che ti costerebbero la vita, spogliati di ciò che impedisce la tua salvezza, sacrificalo: potrai salvarti solo a quel prezzo!

Comprendete? Questa casa che sta crollando è la nostra vita; le fiamme che la divorano è il giusto giudizio di Dio su di essa; questo passaggio transitabile è il perdono in Cristo, mentre i tesori che potrebbero rovinarti è tutto ciò che per noi ha tanta importanza ma che in realtà ci è di ingombro. La porta del cielo è sempre troppo stretta per chi vanta di essere giusto ed è attaccato ai beni di questo mondo, ed è proprio per questo che il puro Evangelo spesso causa così tanta ripugnanza ed esitazione queste persone. Esse devono abbandonare tutte le loro false sicurezze e passare "senza nulla addosso" da quella porta stretta che è Cristo!

Questa porta è tanto stretta quanto può essere la rigenerazione della nostra persona di cui parla la Bibbia, requisito indispensabile per entrare nel Regno di Dio. L'orgoglio umano, però, preferisce ignorarlo. Non è Dio ad essere "stretto", "rigoroso", ma è l'indegnità sostanziale dell'essere umano che gli impedisce di passare. La via è stretta, ma conduce ad un luogo ampio!

Una via purtroppo solo per pochi. Gesù dice "E pochi sono coloro che la trovano", perché pochi sono quelli che la cercano. Quante persone coscienziose di essere trovate in regola con Dio voi conoscete? Prevalgono purtroppo i superficiali ed i negligenti, i faciloni e coloro che, a proprio danno, si illudono sulla loro salvezza preferendo quello che a loro ritorna in quel momento più facile. "Cercate e troverete", dice Gesù. Vi sono poche persone su questa via perché i più la evitano ritenendola inutile con aria di sufficienza, preferendo le tenebre alla luce, perché le loro opere sono riprovevoli agli occhi di Dio e non vorrebbero essere ripresi. Alcuni rinunciano a cercarla, altri sperano di capitarci dentro una volta per caso. In questo modo, però, non la troveranno mai. "Mi troverete quando mi cercherete con tutto il vostro cuore".

Alcuni vogliono un vangelo facile ed allora trovano chi, compiacente, glielo offre. Alla fine, però, che vale un vangelo facile? Un vangelo di comodo però, alla lunga, priva di significato proprio quelle chiese che lo predicano. Non è forse vero che spesso sono in crisi proprio quelle chiese in cui si predica un vangelo comodo, fatto di compromessi? Finisce per riscuotere poco interesse ciò che non costa nulla. Se non costa nulla, evidentemente non è poi così importante... La difficoltà però di ottenere qualcosa mostra il suo valore, e la salvezza è stata ottenuta con difficoltà. Pensate solo a quanto è costato a Cristo il rendercela possibile; quello che costa allo Spirito Santo applicarla a cuori umani incalliti; a quando costi ai predicatori persuadere la gente; a quanto costi ai cristiani, dopo tutto questo, ad ottenerla; a quanto costi ai mezzi-cristiani il respingerla... Solo sciocchezze ottengono a basso prezzo, e si può ottenere la perdizione in modo ancora più facile. Una salvezza che costa è senz'altro più "rispettabile".


Ed ecco la seconda via:


via larga


II.La via che conduce alla perdizione


Si, perdizione: a molti non piace udire questa parola, e la evitano accuratamente per non scandalizzare. Altri la eliminano del tutto dalla Bibbia o, spiegandola per negarla, dicendo magari che tutti alla fine saranno salvati... Questa però è solo una pia illusione, anzi, un diabolico inganno giocato ai danni di coloro che dovrebbero bensì essere esortati a cercare salvezza con diligenza. Perdizione, perdere: un concetto questo estremamente serio. Significa perdere ciò che solo può salvare e soddisfare, come un orologio che perde la sua molla principale, come una pianta che perde la terra alle sue radici, come un uomo che perda tutti i suoi privilegi e le sue speranze.
Questa via è:

Una via spaziosa. La via della perdizione è spaziosa, comoda e facile, proprio come la via sulla quale la gente ha più piacere di camminare. Su questa via, infatti, c'è ampio spazio affinché il peccatore possa trovarvi tutto ciò che gli aggrada e lo soddisfi. Il mondo, la carne, e il diavolo qui ci sguazzano. E' una via abbastanza larga affinché il peccatore possa indulgere e giustificare il suo vizio... E' una via comoda su cui può camminare senza problemi chi è disonesto, chi è sporco, chi deride il diligente, come pure l'arrogante formalista religioso.

E' facile per la natura umana così corrotta seguire la via del peccato, il peccato la rende pigra, la mente corrotta la rende cieca, l'incredulità è forte, il mondo così attraente, gli inganni di Satana così persuasivi! E poi, non è meglio fare come fan tutti? La maggioranza non ha forse ragione! Non si è criticati se si segue quello che fan tutti, e poi, come potrebbe Dio permettere la dannazione di così tante persone... Perché darsi tanta pena? Tanto Dio alla fine non avrà forse compassione! Così almeno la gente crede!
Ma questa via è anche:

Una via affollata. Si, la via che porta alla perdizione molti la percorrono. E' facile andare in discesa. Generalmente la prima scelta che una persona fa è proprio la via spaziosa. Il cuore dell'uomo è corrotto, per questo per natura preferisce ciò che a Dio dispiace. Alcuni si fanno trascinare dalla folla senza riflettere mai seriamente del dove stanno andando. Qualcuno ha detto: "Non devi fare altro che giacere come una foglia secca su un torrente, e senza sforzo e senza stare tanto a pensarci vieni trascinato giù. I peccatori non trovano difficile il peccare".
Questa via è infine:

Una via fatale, funesta, disastrosa. Non c'è che un unico punto di arrivo per questa strada: la perdizione. Come è certo che una pietra gettata nell'acqua andrà a fondo, così perirà la persona che ama il peccato e lo persegue. "Il salario del peccato è la morte" (Ro. 6:23), dice la Bibbia.

Iddio non ci ha forse più volte avvertiti nella Sua Parola che questa sarebbe stata la fine degli empi? Anche la voce della nostra coscienza ce lo può confermare. Uomo avvisato, mezzo salvato! E poi Dio non sarebbe giusto se passasse sopra alle trasgressioni umane come se niente fosse. Oltre ad essere amore, Iddio è pure giustizia perfetta, e le due cose vanno sempre insieme.

Mi dicono: "Tu presenti una visione delle cose 'troppo ristretta', sei troppo rigorosa". Eppure è necessario, anche se questo potrebbe non essere popolare, presentare la via dell'Evangelo fedelmente e non secondo i pii desideri della gente o vane immaginazioni.

Mi dicono: "L'Evangelo è 'buona notizia', e quindi non devi parlare del giudizio di Dio e della perdizione". Certo, non bisogna essere lugubri nella predicazione dell'Evangelo, e minacciare sempre "fuoco e fiamme". Il problema però è che con questo "Evangelo gioioso" a tutti i costi, certo si rallegra e si consola la gente, ma, come disse qualcuno, essi andranno in perdizione con il sorriso sulle labbra! Evangelo non è illudere la gente, ma metterla di fronte alle loro precise responsabilità. E' necessario scuotere chi vive nelle illusioni e in un beato torpore! Salvezza è un'opportunità aperta per grazia, ma non senza un totale coinvolgimento di noi stessi. Gesù parlava di una battaglia da combattere, di un edificio da costruire. Difatti, dice Gesù, non tutti quelli che gli diranno "Signore, Signore", entreranno nel regno dei cieli, ma quelli che avranno fatto la Sua volontà.

Iddio dice: "Ecco, io pongo dinanzi a voi la via della vita e la via della morte".Scegliamo dunque la vita!




"Perciò io vi giudicherò ciascuno secondo le vie sue... dice il Signore. Tornate, convertitevi da tutte le vostre trasgressioni... fatevi un cuore nuovo, uno spirito nuovo; e perché morreste? ... Poiché io non ho alcun piacere nella morte di colui che muore, dice il Signore, l'Eterno. Convertitevi, dunque, e vivete!".
(Ezechiele 18:30-32)


Liberamente adattato da internet
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2 comments:

  1. Esposi tempo fa in una considerazione la natura dell'uomo e della sua natura limitata espressa dal capitolo 7 della lettera ai Romani dai versetti 14 al 25 in cui siamo impossibilitati a compiere il bene nonostante che in noi siano presenti le intenzioni, ma leggiamo il passo "14 Sappiamo infatti che la legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto schiavo al peccato. 15 Poiché, ciò che faccio, io non lo capisco: infatti non faccio quello che voglio, ma faccio quello che odio. 16 Ora, se faccio quello che non voglio, ammetto che la legge è buona; 17 allora non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me. 18 Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no. 19 Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio. 20 Ora, se io faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo compio, ma è il peccato che abita in me. 21 Mi trovo dunque sotto questa legge: quando voglio fare il bene, il male si trova in me. 22 Infatti io mi compiaccio della legge di Dio, secondo l'uomo interiore, 23 ma vedo un'altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente e mi rende prigioniero della legge del peccato che è nelle mie membra. 24 Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? 25 Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Così dunque, io con la mente servo la legge di Dio, ma con la carne la legge del peccato".


    Sembra che Possediamo in questo corpo mortale l'incapacità di giungere a Dio, ma nella grazia rigeneratrice mediante la fede Dio stesso opoera in noi la salvezza e in questo senso il capitolo 8 al versetto 1 testualmnte dichiara quest'opera di Dio" Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, 2 perché la legge dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte".
    La luce di Dio nella sua benedizione ti riepia di ogni sua grazia. In alto i cuori!!!!

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  2. Carissimo wids credo che nelle tue ultime parole del commento tu abbia espresso tutta la verità della salvezza...Sembra che Possediamo in questo corpo mortale l'incapacità di giungere a Dio, ma nella grazia rigeneratrice mediante la fede Dio stesso opoera in noi la salvezza è proprio così solo attraverso la rigenerazione della Grazia l'uomo può arrivare a Dio, senza quest'opera di Dio, anche il cristiano che dice sono salvo, non lo è, e non lo è nessuno se non è Dio ad operare questa salvezza attraverso la fede che ci viene da Lui...pace, che Dio ti protegga e sempre in alto i nostri cuori, verso l'unica nostra Via di Salvezza...Cristo!

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