Il Tabernacolo dell'Altissimo | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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venerdì 2 marzo 2012

Il Tabernacolo dell'Altissimo



Gerusalemme Celeste
Sermone N. 267 
Sermone esposto nella mattinata di domenica, 14 agosto 1859, 
dal Rev. Charles H. Spurgeon, 
nella Music Hall di Royal Surrey Gardens, Londra.
"E in lui voi pure entrate a far parte dell'edificio, che ha da servire di dimora a Dio per lo Spirito." (Efesini2:22)
Sotto la vecchia dispensazione mosaica Dio aveva una dimora visibile tra gli uomini. La brillante nube che appariva tra le ali dei cherubini sovrastanti il propiziatorio e nel tabernacolo, mentre Israele pellegrinava nel deserto e dopo, nel tempio, quando il popolo si stabilì nella propria terra, era la manifestazione visibile della presenza di Dio nel luogo consacrato al Suo culto. Ora ogni cosa della dispensazione mosaica era un tipo, una immagine, un simbolo di qualcosa più alto e nobile. Questa frma di adorazione era una serie di immagini ombra di cui l'Evangelo è la sostanza. È triste dover constatare, tuttavia, che c'è così tanto giudaismo in tutti i nostri cuori, che frequentemeÈnte torniamo ai miseri elementi antichi della legge, invece di andare avanti e vedere in loro un qualcosa di spirituale e celeste, a cui dovremmo aspirare. È una vergogna, del secolo presente, ascoltare alcuni uomini parlare come fanno. Avrebbero fatto meglio a sposare subito il credo ebraico. 
Intendo dire che è vergognoso sentire alcuni uomini parlare come fanno nei confronti degli edifici di culto. Ricordo di aver ascoltato un sermone, una volta, su questo testo: "Se qualche uomo contamina il tempio di Dio, Dio lo distruggerà". E la prima parte del sermone era occupata da un infantile anatema contro chiunque avesse osato compiere un atto sacrilego nel cimitero della chiesa, o avesse osato appoggiare il palo di una tenda durante la fiera della settimana entrante,  contro qualsiasi parte di tale edificio, che, mi sembrò, fosse il dio dell'uomo che occupava il pulpito. C'è qualcosa come un luogo santo da qualche parte? C'è qualche luogo in cui Dio ora dimora in particolare? Non lo so. Ascoltate le parole di Gesù: "Credimi: l'ora viene che né su questo monte, né a Gerusalemme adorerete il Padre.  Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo; perché la salvezza viene dai Giudei. Ma l'ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché tali sono gli adoratori che il Padre richiede."
Ricordate le parole dell'apostolo Paolo ad Atene: "Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo il Signore del cielo e della terra, non dimora in templi fatti da mano d'uomo".
Quando gli uomini parlano di luoghi santi sembrano ignorare l'uso del linguaggio. Può mai essere che la santità abiti in mattoni e malta? Può esistere mai un campanile santo? Può mai essere che esistano nel mondo una finestra di alta moralità ed uno stipite santo? Mi perdo nello stupore, totalmente perso, se penso a quanto debba essere confuso il cervello degli uomini quando attribuiscono virtù morali a mattoni e malta, a pietre e vetri colorati. Pregate quanto in profondità debba andare questa consacrazione e quanto in alto? Ogni corvo che vola su quell'edificio in quel momento  diviene solenne nell'aria? Certamente da come stanno le cose è razionale credere che, concepire che ogni verme che sta mangiando il corpo di un episcopale è come un verme consacrato e pertanto ci deve essere necessariamente un muro di mattoni, o un ampio percorso di ghiaia per proteggere i corpi dei santificati da eventuali vermi non consacrati che potrebbe insinuarsi attraverso il lato dei miscredenti del cimitero. Ribadisco, come in questo tipo di gioco da bambino, così il papato, come il giudaismo, sono la vergogna del secolo. Eppure, nonostante tutto, ci troviamo immersi in tempi e stagioni che indulgono in esso. Ciò a cui avete poco fa sorriso è solo uno spingere la questione poco oltre, un errore in cui si può molto facilmente cadere, esso è solo la follia di un errore in cui noi tutti è probabile che cadiamo. Abbiamo un tale rispetto per le nostre semplici cappelle , sentiamo una tale conforto quando siamo seduti in quel luogo, che in un modo o nell'altro siamo giunti a pensare che debba essere santo. Ora lasciamo che noi, se possiamo, e forse ci vuole una grande solidità e indipendenza mentale per farlo, lasciamo che si allontani una volta per sempre, che tutta l'idea di santità sia collegata con qualsiasi cosa che non sia un prodotto cosciente ed attivo, consentiamoci di liberarci una volta per tutte di tutte le superstizioni riguardo ai luoghi. Un luogo è altrettanto consacrato di un altro e dovunque ci raduniamo con vero cuore per adorare Dio, quel luogo diviene per quell'occasione la casa di Dio. Per quanto possa essere considerato con grande rispetto religioso, quel luogo, quando non c'è un cuore devoto che adora Dio, non è la casa di Dio; può essere una casa di superstizione, ma non la casa di Dio. Ma qualcuno obietterà: "Dio dovrà pur avere una dimora, il nostro testo non l'afferma?" Sì, certamente e di quella dimora parleremo. Esiste una casa di Dio; non è una struttura inanimata ma un tempio spirituale e vivente: "In lui", cioè in Cristo, "voi pure entrate a far parte dell'edificio, che deve servire da dimora a Dio per lo Spirito". La casa di Dio è edificata con pietre viventi di uomini e donne convertite. La Chiesa di Dio, che Cristo ha acquistato col proprio sangue, questo è l'edificio divino e la struttura nella quale Dio dimora anche oggi. Vorrei, tuttavia, fare una considerazione riguardante i luoghi nei quali offriamo il culto. Essi non posseggono una santità superstiziosa connessa con le strutture, ma nello stesso tempo esiste un tipo di sacralità collegata con la comunione con Dio. In qualsiasi luogo Dio abbia benedetto la mia anima, credo che sia nient'altro che la casa di Dio e la porta del cielo. Non perché le pietre siano santificate, ma perché mi sono incontrato con Dio ed il ricordo che ne ho lo rende consacrato per me. Quel luogo dove Giacobbe si adagiò per dormire, che era in quella circostanza la sua camera da riposo, fu per lui null'altro che la casa di Dio. Spero che abbiate delle stanze nella vostra casa e "camerette", che sono più sacre di una qualsiasi maestosa cattedrale con le guglie slanciate verso il cielo. Dove c'incontriamo con Dio si manifesta questa sacralità, non è il luogo, ma è  la comunione con Lui. Dove restiamo in comunione con Dio e dove Egli stende il Suo braccio, sia questo luogo una capanna o un filare o una brughiera o una montagna, esso diviene per noi la casa di Dio; il luogo è immediatamente consacrato, non però per considerarlo con riverenza superstiziosa, ma soltanto consacrato nel ricordo delle ore benedette che lì abbiamo speso in preziosa comunione con Dio. 
Lasciando da parte queste considerazioni permettetemi di introdurvi nella casa che Dio ha costruito per la Sua dimora. Considereremo la Chiesa prima di tutto come un edificio, poi come una dimora ed infine come un tempio.

I. Consideriamo, prima di tutto, la Chiesa come un EDIFICIO e chiediamoci che cos'è una chiesa, che cos'è la Chiesa di Cristo? Una setta riserva per sé il titolo di chiesa mentre un'altra denominazione con veemenza lotta per appropriarsene, ma non appartiene a nessuno di noi. La Chiesa di Dio non è composta da alcuna denominazione umana particolare, ma da coloro i cui nomi sono scritti nel libro dell'eterna elezione divina; da coloro che sono stati acquistati da Cristo sulla croce, che sono stati chiamati da Dio mediante lo Spirito Santo e che, essendo stati vivificati da quello stesso Spirito, sono partecipi della vita di Cristo e divengono membri del Suo corpo, della Sua carne, delle Sue ossa.
Questi si trovano in ogni denominazione, tra ogni tipo di cristiani, alcuni lontani, dei quali neanche sognamo l'esistenza. Troviamo qui e là, come per caso, un membro della Chiesa di Cristo, senza alcun contatto con una setta in particolare, lontano dai suoi fratelli, non avendone neppure conosciuto l'esistenza e che pur tuttavia ha conosciuto Cristo, perché la vita di Cristo è in lui. Questa Chiesa di Cristo, il popolo di Dio, in tutto il mondo, con qualsiasi nome sia essa conosciuta è nel nostro testo paragonata ad un edificio nel quale Dio dimora.
Permettetemi una piccola allegoria riguardante questo edificio. La Chiesa non è un mucchio di pietre collegate insieme, è un edificio. Il suo architetto l'ha progettato anticamente. Immagino di scrutare nell'eternità e vederlo disegnare il primo schizzo. "Qui", dice nella Sua sapienza eterna, "ci sarà la pietra angolare e lì il pinnacolo". Lo vedo stabilire la lunghezza e la larghezza della costruzione e le porte con eccezionale abilità, progettando ogni particolare senza lasciare neanche una piccola parte non disegnata. Lo immagino, quel potente architetto, mentre sceglie personalmente ogni pietra dell'edificio, stabilendone la grandezza, la forma e perfino la posizione che deve occupare, se dovrà brillare sulla facciata o nascosta nel retro o sepolta al centro del muro. Immagino non soltanto il progetto di massima, ma tutti i particolari, tutti in ordine, stabiliti da un patto eterno, che è il piano divino del potente architetto sul quale la chiesa doveva essere costruita. Scrutando ancora, vedo quell'Architetto scegliere la pietra angolare. Guarda in cielo e ci sono gli angeli, quelle pietre lucenti, osserva ciascuno di loro, ma dice: "Nessuno di loro è adatto. Debbo trovare una pietra angolare che sostenga il peso dell'edificio, perché tutto deve poggiarvi sopra".
Tuttavia, già nell'eternità bisognava trovare una pietra e doveva essere presa dalla stessa cava delle altre. Dove doveva esser trovata? Dove era l'uomo adatto per fungere da pietra angolare di tale maestoso edificio? No, né gli apostoli, né i profeti, né i dottori erano adatti. Messi tutti insieme sarebbero stati come un fondamento di sabbia e la casa avrebbe vacillato e sarebbe caduta.
Ecco come la mente divina risolse il caso: "Dio diverrà uomo, vero uomo, Egli sarà della stessa sostanza delle altre pietre del tempio, ma sarà anche Dio e perciò forte abbastanza per portare il peso di quest'immensa struttura la cui cima raggiungerà il cielo". Immagino di vedere la posa in opera della pietra del fondamento; si assisterà ad una manifestazione di giubilo? No, vi sarà del pianto. Gli angeli si radunano intorno alla pietra che è stata posta, ed ecco gli angeli piangono, le arpe del cielo sono coperte di sacco e non si ode alcun canto. Avevano cantato di gioia quando il mondo fu creato, perché non cantano ora? Guardate e ne comprenderete la ragione. 
Quella pietra è inserita nel sangue, quella pietra angolare non deve disporsi in nessun altro luogo, ma nel proprio sangue. Il cemento vermiglio tratto dalle Sue vene sacre deve incastrarla. E là è posta, la prima pietra dell'edificio divino.
Cominciate di nuovo a cantare o angeli del cielo. La prima pietra è posta, la cruenta cerimonia è completata ed ora da dove raccoglieremo le pietre per costruire questo tempio? La prima pietra è al suo posto, dove sono le altre? Scaveremo ai lati del Libano? Cercheremo queste pietre preziose nelle cave di marmo dei re? NO, dove correte voi operai di Dio? Dove andate? Dove sono le cave? Essi rispondono: "Andremo a scavare nelle cave di Sodoma e Gomorra, nella profondità della peccaminosa Gerusalemme, in mezzo alla Samaria errante". Li vedo togliere il terriccio, mentre scavano profondamente nella terra e alla fine giungono a quelle pietre; ma quanto sono grezze e ruvide, quanto sono dure, quanto irregolari. Sì, ma sono le pietre elette da tanto tempo con un patto e queste devono essere le pietre e non altre. Devono essere modificate, devono essere raccolte, lavorate allo scalpello, lucidate ed infine messe al loro posto. Vedo gli operai all'opera. La dura scure della legge le taglia e poi viene il cesello lucidatore dell'Evangelo. Vedo le pietre messe al loro posto e la Chiesa che è edificata. I ministri come saggi costruttori corrono intorno al muro per mettere ogni pietra spirituale al suo posto; ogni pietra è poggiata sulla grande pietra angolare e ogni pietra dipende dal sangue e trova sicurezza e forza in Gesù Cristo, la Pietra angolare "eletta e preziosa".
Non vedete anche voi l'edificio che si va innalzando, ed ognuno degli eletti da Dio che sono raccolti, chiamati per Grazia e vivificati? Non vedete come le pietre viventi sono collegate insieme, contrassegnate da un amore santo e da una sacra fratellanza? Siete mai entrati in quell'edificio per vedere come quelle pietre poggiano una sull'altra portando il peso una dell'altra e così adempiono la legge di Cristo? Considerate come la Chiesa ami Cristo e come i suoi membri si amino? Come prima  cosa la Chiesa è legata alla Pietra angolare ed quindi ogni pietra è unita a quella successiva e la prossima a quella ancora successiva finché l'intero edificio diviene un'unità? Ecco, la struttura si eleva e alla fine è completata. Ed ora aprite bene i vostri occhi e ammirate quale glorioso edificio è la Chiesa di Dio. Gli uomini parlano dello splendore delle loro architetture, questa è veramente architettura. Non modelli greci e gotici, ma dopo il modello del santuario che Mosè vide sul monte santo. Non lo vedi?
Non secondo i modelli greci o gotici, ma secondo il modello del santuario che Mosè vide sul monte santo. C'è stata mai struttura tanto attraente come questa, pulsante di vita in ogni atomo?
Su ogni pietra ci sono sette occhi e tutte sono piene d'occhi e di cuori. Era stato mai pensato un edificio così massiccio costituito da anime, una struttura formata da cuori umani? Non c'è casa simile a quella del cuore affinchè uno vi riposi. Lì l'individuo può trovare pace col suo prossimo; ma c'è una casa dove Dio si diletta di abitare, costruita con cuori viventi che pulsano d'amore santo; costruita con anime redente, scelte dal Padre, acquistate dal sangue di Gesù Cristo. La parte superiore di questo edificio è in cielo, una parte dei credenti dimora già oltre le nuvole. Molte delle pietre viventi dimorano ora nel pinnacolo del paradiso. Noi invece siamo qui, ma la costruzione s'innalza, la sacra muratura è palpitante, e come la pietra angolare si eleva, così ognuno di noi deve salire fino a che alla fine l'intera struttura dalle sue fondamenta, fino al pinnacolo, sarà sollevata verso il cielo e lì vi rimarrà per sempre: la nuova Gerusalemme, il tempio della maestà di Dio.
Riguardo a questo edificio desidero fare qualche altra considerazione prima di passare al punto successivo. Quando gli architetti progettano un edificio commettono degli errori nel formularne il piano. I più diligenti omettono qualche particolare ed altri più dotati scoprono che qualcosa è sbagliato. Ma notiamo che la Chiesa di Dio è costruita secondo regole precise, con compasso e con regoli e alla fine non si potrà trovare alcun errore.
Tu forse caro fratello sei una pietra piccola nel tempio e pensi che avresti dovuto essere una grande. Però, non c'è alcun errore. Hai un solo talento: è abbastanza, se ne avessi avuti due rovineresti la costruzione. Forse sei stato messo in un angolo, nascosto e dici a te stesso: "Oh, se fossi in una posizione preminente". Invece, se fossi maggiormente in evidenza saresti fuori posto ed una pietra fuori posto nell'architettura tanto delicata come quella divina, rovinerebbe tutto. Ti trovi dove dovresti essere e restaci. Siine certo non c'è un errore. Quando infine percorreremo la via intorno alle mura dell'edificio, noteremo le torri ed ognuno sarà indotto ad esclamare: "Quanto è gloriosa Sion!". Quando i nostri occhi saranno illuminati ed i nostri cuori istruiti, ogni parte di questo edificio riceverà la nostra ammirazione. La pietra più alta non è il fondamento, né quest'ultimo può stare in cima. Ogni pietra è della forma giusta, del giusto materiale e la struttura intera si adatta perfettamente al suo scopo: la gloria di Dio, il tempio dell'Altissimo. In questa costruzione di Dio si riconosce la Sapienza infinita.
Bisogna notare anche un altro particolare: la sua forza inespugnabile. Quest'abitazione di Dio, questa casa che non è il prodotto di mano d'uomo, ma è l'edificio di Dio è stato attaccato spesso, ma non è mai stato espugnato. Moltitudini di nemici hanno assalito i suoi antichi bastioni, ma li hanno attaccati invano: "I re della terra si ritrovano e i principi si consigliano assieme" ma che cosa è accaduto? Si sono coalizzati contro a lei, ognuno di loro con uomini potenti, ognuno con la sua spada sguainata, ma che cosa è successo? L'Eterno li ha dispersi. Come neve dispersa sui monti da una tempesta improvvisa, così si sono dileguati, o Dio e si sono sciolti davanti all'alito delle nostre narici.


 Quando le nostre anime dovranno dimorare in Sion,
non temeranno la rabbia di Roma o dell'inferno.

La Chiesa non è in pericolo e non lo sarà mai. Che vengano pure i nemici lei può resistere. La sua maestosa staticità, la sua forza silenziosa li comanda con sprezzo a sfidarla. Vengano ora e siano distrutti, si abbattano pure contro di lei ed imparino che è la strada per la loro immediata distruzione. Ella è salva e sarà salva fino alla fine. Pertanto, molto di più possiamo affermare, quindi, riguardo alla sua struttura, essa è costruita con sapienza infinita ed è sicuramente inespugnabile.
Infine, noi possimao affermare che è gloriosa per la sua bellezza. Non è mai esistita una costruzione simile. Gli occhi si possono rallegrarein lei  dall'alba al tramonto,  guardandola poi ricominciare di nuovo. Gesù stesso si diletta in lei. Dio si è compiaciuto nell'architettura della Sua Chiesa; così che si è rallegrato della Sua Chiesa come non ha mai fatto del mondo. Quando Dio creò il mondo, elevò i monti e scavò i mari. Coprì le vallate con l'erba, creò tutti gli uccelli del cielo e tutte le bestie della campagna e fece l'uomo alla Sua propria immagine. Quando gli angeli videro il risultato, cantarono insieme e si rallegrarono. Dio non cantò, questo non era un motivo sufficiente per farGli cantare che era"Santo, Santo, Santo".
Egli poteva soltanto dire che "era molto buono", era però la bontà della forma fisica non quella della bontà morale della santità. Ma quando Dio edificò la Chiesa allora cantò e questo è  il brano più straordinaro, talvolta penso, dell'intera Parola di Dio, dove Egli è descritto mentre sta cantando: "L'Eterno il tuo Dio, è in mezzo a te, come un potente che salva; egli si rallegrerà con gran gioia per via di te, si acquieterà nell'amor suo, esulterà per via di te con gridi (canti) di gioia" (Sofonia 3:17). Pensate, fratelli miei, a Dio che, mentre guarda la Sua Chiesa, così bella e preziosa nella sua struttura, esulta di gioia per la Sua opera, e come ogni pietra viene messa al suo posto, canta a stesso. È stato mai composto un canto simile a quello? Oh, cantiamo, esaltiamo insieme il nome di Dio, pregate Colui che prega per la Sua Chiesa, che l'ha fatta diventare la Sua particolare dimora!

II. Ma la vera gloria della Chiesa di Dio consiste nel fatto che non soltanto è un edificio, è una abitazione. Possiamo notare una grande bellezza in una struttura inabitata, ma rimane sempre una venatura di malinconia. Viaggiando nel nostro paese, spesso incontriamo qualche torre smantellata o qualche castello diroccato. Sono costruzioni attraenti,  ma non c'è segno di gioia, anzi soltanto qualche dolorosa riflessione. Chi desidera osservare dei palazzi desolati? Chi ama vedere la terra svuotata dei suoi figli e le sue case senza abitanti? C'è però gioia in una casa illuminata e arredata, dove c'è il suono degli uomini.
Diletti, la Chiesa di Dio ha questa particolarità, per Sua particolare gloria, che è una casa abitata, che è l'abitazione di Dio attraverso lo Spirito. Quante chiese sono soltanto case ma non abitazioni! Potrei immaginare per voi una chiesa professante Dio, che è stata costruita con squadra e compasso, ma il suo modello è stato formato in qualche credo antico, e non nella Parola di Dio. È precisa nella sua disciplina, in accordo  alle proprie norme ed accurata nelle sue le osservanze secondo il proprio modello. Si entra in quella chiesa, la cerimonia è imponente, l'intero servizio forse vi attrae per un pò, ma si esce da quel luogo consapevoli che là non si è incontrata  la vita di Dio, che è una casa, ma una casa senza  inquilino.
Può essere dichiaratamente una chiesa, ma non è una chiesa in possesso della dimora dello Spirito Santo, è una casa vuota che dovrà presto essere fatiscente e caduta. Temo che questa sia la fine di molte nostre chiese, istituzionalizzate o indipendenti. Ho paura che ciò sia vero per molte delle nostre chiese, stabilite e dissenzienti, così come la chiesa romana. Ci sono troppe chiese che non sono altro che una massa di ottusa, morta formalità, non c'è vita di Dio lì. Tu potresti andare al culto con un tal popolo, giorno dopo giorno, e il tuo cuore non potrebbe mai battere più veloce, il tuo sangue non salterebbe mai nelle sue vene, la tua anima non sarebbe mai rinfrescata, perché essa è una casa vuota. L'architettura dell'edificio può essere attraente, ma vuoto il suo deposito; non c'è tavola apparecchiata, non c'è gioia, non uccisione del vitello grasso, non si danza, non si canta di gioia. Carissimi,  facciamo attenzione affinchè anche le nostre chiese non diventino la stessa cosa, affinchè  non si diventi un insieme di uomini senza vita spirituale e di conseguenza case disabitate, perché Dio non  c'è. Ma una vera chiesa, che è visitata dallo Spirito di Dio, dove vengono effettuate la conversione, l'istruzione e la devozione e cose così,  attraverso  l'influenza viva dello Spirito Santo: come una chiesa che ha Dio per inquilino.
Consideriamo ora questo amabile tema. Una chiesa costruita  di anime viventi è lacasa di Dio stesso.
Cosa si intende con ciò? Io rispondo una casa è il luogo dove un individuo trova serenità e si ristora. Fuori combattiamo col mondo, là  ogni nervo e tendine è teso per mantenere la rotta in mezzo ad un mare di guai e per non essere trascinati via dalla corrente. Fuori, tra la gente, incontriamo coloro che parlano un linguaggio diverso dal nostro, che spesso, rapidamente, colpiscono e feriscono i nostri cuori. Perciò dobbiamo stare in guardia e spesso ripetiamo: "L'anima mia è in mezzo ai leoni, giace anche tra coloro che vengono dati alle fiamme dell'inferno". Nel mondo che ci circonda abbiamo poco riposo, ma finita la giornata andiamo a casa e qui troviamo requie. Il nostro corpo è ristorato. Mettiamo da parte l'armatura che abbiamo indossato e non combattiamo più.
Non abbiamo davanti a noi dei visi estranei, ma occhi benevoli che ci guardano. Non udiamo più un linguaggio tanto oltraggioso ai nostri orecchi. L'amore si esprime e noi rispondiamo. La nostra casa è il luogo del nostro ristoro, del nostro conforto, del nostro riposo.
Ora Dio chiama la Chiesa la Sua dimora, la Sua Casa. Lo vedo da fuori; Egli sta lanciando il fulmine e alzando la Sua voce sulle acque. AscoltateLo la Sua voce spezza i cedri del Libano e fa partorire le cerve. GuardateLo quando  fa la guerra, guidando il carro della Sua potenza, Egli scaccia gli angeli ribelli dai bastioni del cielo fino alla profondità dell'inferno. Ecco  come Si innalza nella maestà della Sua forza! Chi è Costui così glorioso? È Dio Altissimo e terribile. Ora guardateLo mentre mette da parte la Sua spada splendente, ora non porta più la Sua lancia. Egli arriva a casa. I Suoi figli sono vicini a Lui. Egli prende il Suo conforto e Si riposa. Non pensiate che mi allontani dalla realtà. Egli si riposa nella Sua Amata,  che ha creato da Sè. Egli riposa nella Sua chiesa. Non è più un fuoco consumante, un terrore ed una fiamma. Ora, Egli è amore, gentilezza e dolcezza, pronto ad ascoltare il chiacchiericcio della preghiera dei Suoi figli, e le note disgiunte della canzone dei Suoi figli.  Quanto è bella l'immagine della Chiesa come Casa di Dio, il luogo dove Egli trova consolazione: "Poiché l'Eterno ha scelto Sion, egli l'ha desiderata per sua dimora:  «Questo è il mio luogo di riposo per sempre; qui abiterò, perché l'ho desiderato.» " (Salmo 132:13-14).
Inoltre, la casa è il luogo dove l'individuo dimostra la sua vera personalità. Se incontrate un uomo al mercato, parla con decisione, sa con chi sta trattando ed agisce come con una persona qualunque. Ma, quando lo vedrete parlare con i suoi figli a casa, direte: "È differente, non posso credere che sia la stessa persona". Osservate il professore in cattedra mentre istruisce i suoi alunni e notate la sua decisione quando parla d'argomenti difficili. Ma non crederete che sia la stessa persona, quando alla sera metterà i suoi piccini sulle ginocchia e racconterà loro delle favole o ripeterà le "ninna nanna" della fanciullezza. Ed è proprio cosi. Guardate il re che cavalca attraverso la strada nel suo sfarzo, migliaia si riuniscono intorno a lui con acclamazioni che squarciano il cielo. Quale portamento maestoso. È proprio un re, un monarca in ogni centimentro, così torreggia in mezzo alle moltitudini. Ma lo avete mai visto a casa? Allora è proprio come tutti gli altri uomini; ha i suoi piccoli attorno a sé, sta sul pavimento e gioca con loro. Ma è questo il re? Sì! Perché non agisce così nel suo palazzo o per le strade? Perché non è nella sua dimora privata. Soltanto là un uomo distende se stesso.
È così anche del nostro glorioso Dio: nella Sua Chiesa è dove manifesta Se stesso e non nel mondo. Un individuo comune punta il proprio telescopio verso il cielo, vede la gloria di Dio nelle stelle e dice: "O Dio quanto sei infinito!". Con devozione rimira il mare e osserva anche le sue tempeste e dice: "Ecco la potenza e la maestà della divinità". L'anatomista seziona un insetto, e scopre in ogni sua parte la sapienza divina, e dice: "Come saggio è Dio!" Sì, ma è solo il credente che, quando si inginocchia nella sua camera può dire: "Mio padre ha fatto tutto questo," e allora può dire: "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome". Vi sono cose sublimi che Dio comunica alla Sua Chiesa e che invece non dona ad altri. È lì che prende i Suoi figli in seno; è lì che apre il Suo cuore e permette ai Suoi di conoscere le fonti della Sua anima  infinita e tutta la potenza del Suo affetto. Non è forse dolce il pensiero di Dio a casa con i Suoi familiari, felice nella Sua casa, la Sua Chiesa?
Ma  mi colpisce ora anche un'altro pensiero. La casa di un uomo è la sede di tutto quello che fa. Ecco lassù una grande fattoria, costituita da costruzioni rurali, capanne e pagliai, ma nel mezzo c'è la dimora del padrone, il centro di tutta l'attività. Non importa quanto grano ci sia, tutto quello che si produce va nei magazzini della casa. È per il mantenimento della famiglia che il marito porta avanti la propria attività.
Potrai sentire il muggito delle mandrie e potrai contare tutte le pecore sparse sulle colline, ma la lana viene portata a casa e  le mammelle producono tutto il latte per i bambini di quella famiglia, perché la casa è al centro di tutto. Ogni fiume scorre verso il quieto e dolce lago della casa. Ora la Chiesa di Dio non è il Suo centro? Egli agisce fuori nel mondo, opera qua e là, ovunque, ma tutta la Sua attività verso cosa tende? Verso la Chiesa. Perché Dio ricopre d'abbondanza i colli? Per cibare il Suo popolo. Verso quale scopo rivolge la Sua provvidenza? Perché muta le guerre e le tempeste in pace e calma? Per la Sua Chiesa! Nessun angelo si mette in movimento se non ha una missione per la Chiesa. Questa può manifestarsi direttamente o indirettamente ma è sempre per quell'unico fine. Non c'è un arcangelo che adempia i piani dell'Altissimo, senza portare sulle sue larghe ali la Chiesa e trasportare i Suoi figli, perché non inciampino in alcuna pietra. I depositi di Dio sono per la Sua Chiesa. Le profondità dove sono nascosti i tesori delle ricchezze infinite di Dio, sono tutti per il Suo popolo. Non c'è nulla che Egli possieda, dalla corona risplendente alle ricchezze nascoste sotto il Suo trono, che non siano per i Suoi redenti. Tutte le cose concorrono e cooperano al bene della Chiesa eletta da Dio, che è la Sua casa: la Sua dimora quotidiana. Sono certo che se continuerete a meditare quando siete lontani su questa bellissima realtà scoprirete quanto sia prezioso questo fatto sublime che, come la casa è il centro d'ogni cosa, così la Chiesa è il centro di tutto ciò che Dio compie e possiede.
Un altro pensiero e avrò finito. Abbiamo sentito molto parlare negli ultimi tempi riguardo l'invasione francese. Io comincerò ad essere allarmato a questo proposito quando lo vedo, ma certamente non fino a quel momento. Tuttavia c'è una cosa che possiamo dire abbastanza tranquillamente. Siamo in molti ad essere uomini di pace e non ci piace prendere la spada. Alla prima vista del sangue ci sentiamo male, siamo esseri pacifici, non siamo favorevoli alla lotta e alla guerra. Ma se l'uomo più pacifico immagina che l'invasore sia sbarcato sulle nostre coste, e che le nostre case siano in pericolo e che saranno saccheggiate dal nemico, temo che tutta la nostra opposizione alla guerra finirebbe e mi chiedo se ci sarebbe qualcuno tra noi che non sarebbe  disposto a prendere le armi per respingere il nemico. Con questo grido: "I nostri focolari e le nostre case", combatteremmo contro l'invasore. Non vi sarebbe potere tanto forte da paralizzare le nostre braccia e fino a che non cadessimo morti, combatteremmo per le nostre case; nessun ordine tanto severo potrebbe fermarci, spezzeremmo ogni legame ed il più debole tra noi diventerebbe un gigante e le nostre donne delle eroine nel giorno della difficoltà. Ogni mano troverebbe un'arma per frenare l'invasore. Amiamo le nostre case e noi le difenderemmo.
Si e ora innalzate i vostri pensieri, la Chiesa è la casa di Dio, non la difenderà? Permetterà che la Sua casa sia saccheggiata e soffra? Sarà il Suo cuore  macchiato dal sangue dei Suoi figli? Può essere mai che la Chiesa sia abbattuta, i suoi bastoni presi d'assalto e la Sue pacifiche abitazioni messe a ferro e fuoco? No, mai, non fin tanto che  Dio ha un cuore amorevole e finchè Egli chiama il Suo popolo, la Sua casa, la Sua dimora. Venite rallegriamoci in questa sicurezza, lasciamo che sia pure tutto il mondo in guerra, noi dimoriamo in pace perfetta, perché il Padre nostro è in casa, ed Egli è Dio Onnipotente. Lasciateli venire pure contro di noi, non dobbiamo aver paura, il Suo braccio li farà cadere, il soffio delle Sue narici li farà volare, una parola li annienterà, essi si scioglieranno come grasso di montone, come grasso d'agnelli saranno consumati e andranno in fumo. Tutte queste riflessioni mi sembrano derivare, naturalmente, dal fatto che la Chiesa è la dimora di Dio.

III. Sto per mostrarvi, tra breve, il terzo punto, e cioè che la chiesa è il GLORIOSO TEMPIO DI DIO. Essa non appare ancora così ma lo sarà. Questa preziosa realtà è stata già menzionata. La Chiesa di Cristo s'innalza oggi e continuerà ad innalzarsi fino a raggiungere "il monte della Casa dell'Eterno (che) si ergerà sulla vetta dei monti e tutte le nazioni affluiranno ad esso. Molti popoli v'accorreranno e diranno: Venite saliamo al monte dell'Eterno" ed adoriamoLo. Allora la gloria della Chiesa comincerà. Quando questa terra passerà, quando i monumenti degli imperi saranno dissolti e si scioglieranno come lava ardente, allora la Chiesa sarà rapita nelle nuvole e poi sarà esaltata nel cielo stesso, per divenire un tempio come mai occhio vide. Ora, fratelli e sorelle, in conclusione, faccio queste considerazioni. Se la Chiesa di Dio è la dimora di Dio, che cosa dobbiamo fare voi ed io? Per questo dovremmo cercare sinceramente, come facenti parte di quel tempio, di mantenerne sempre grandi gli abitanti . Non contristiamo il Suo Spirito affinchè non lasci la Sua chiesa per un pò, ma soprattutto non siamo degli ipocriti perchè non verrebbe affatto nei nostri cuori.
Se la Chiesa è il tempio e la dimora di Dio, non la contaminiamo. Se vi contaminate, contaminate  la Chiesa, perché il tuo peccato, se sei un membro della Chiesa, è il peccato della Chiesa stessa. L'impurità di una pietra nell' edificio rovina praticamente tutta la sua perfezione. Presta attenzione affinché tu sia santo come Egli è santo. Non lasciare che il tuo cuore diventi una casa per Belial. Non pensare che Dio e il diavolo possano abitare nella stessa dimora. Dona tutto te stesso a Dio. Cerca di più il Suo Spirito, affinchè che come pietra vivente tu possa essere totalmente consacrato; senza mai essere contento a meno che tu senta in te la perpetua presenza del divino abitante che dimora nella Sua chiesa.
Che Dio benedica ora ogni pietra vivente del Suo tempio. E voi che ancora non siete stati scavati nelle cave del peccato, prego che la Grazia divina v'incontri e possiate essere rinnovati e convertiti  al  fine di essere resi partecipi della sorte dei santi luminosi



 Traduzione  a cura di Consapevoli nella Parola





"Chi vince io lo farò una colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non uscirà mai più fuori; e scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, della nuova Gerusalemme che scende dal cielo da presso il mio Dio, e il mio nuovo nome."
(Apocalisse 3:12)
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