La vecchia e la nuova croce | CONSAPEVOLI NELLA PAROLA

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domenica 25 novembre 2012

La vecchia e la nuova croce

croce
Tutta inattesa e prevalentemente non percepita ci è pervenuta, in epoca moderna, nei popolari circoli evangelici, una nuova croce. E' come la vecchia croce, ma diversa: le somiglianze sono superficiali, le differenze, fondamentali.

Da questa nuova croce è scaturita una nuova filosofia della vita cristiana, e da questa nuova filosofia è pervenuta, una nuova tecnica evangelica, un nuovo tipo di incontro e un nuovo tipo di predicazione. Questa nuova evangelizzazione utilizza lo stesso linguaggio della vecchia, ma il suo contenuto non è lo stesso e il suo tono non è come prima.

La vecchia croce non avrebbe dovuto avere alcun rapporto con il mondo. Per la carne orgogliosa di Adamo significava la morte. Essa portava ad effetto la pena inflitta dalla legge del Sinai. La nuova croce non si contrappone al genere umano ma piuttosto, è un' amica cordiale e, se ben compresa, è fonte di un mare di sano divertimento e innocente piacere. Consente ad Adamo di vivere senza inibizioni.
 
Il suo scopo di vita è immutato, egli vive ancora per il proprio piacere, solo che ora si diletta a cantare in cori e a guardare film religiosi invece di cantare canzoni oscene e bere superalcolici. L'accento è ancora sul piacere, anche se il divertimento è ora su un piano più elevato moralmente, se non intellettualmente.

La nuova croce incoraggia un approccio evangelico nuovo e completamente diverso. L'evangelista non chiede che si rinneghi la vecchia vita, prima che la nuova vita possa essere ricevuta. Egli non predica contrasti, ma similitudini. Egli cerca di andare alla chiave dell'interesse pubblico, mostrando che il cristianesimo non fa richieste spiacevoli, anzi, offre le stesse cose che offre il mondo, solo ad un livello più alto. Di qualunque cosa cui,  il mondo, corrotto dal peccato, sembri essere attualmente alla ricerca, chiedendolo ansiosamente,  è abilmente dimostrato di essere proprio quello che offre il Vangelo, soltanto che il prodotto religioso è migliore.
 
La nuova croce non uccide il peccatore, essa lo reindirizza. Lo prepara in una direzione di vita più pulita,  più allegrapiù meticolosa e salva il suo amor proprio. All'orgoglioso viene detto: "Vieni e afferma te stesso a favore di Cristo".  All'egoista viene detto: "Vieni e glorifica te stesso nel Signore". A colui che ricerca emozioni viene detto: "Vieni a godere il fremito della fratellanza cristiana". Il messaggio cristiano è deviato in direzione della moda corrente per renderlo accettabile al pubblico.

La filosofia che sta dietro a questo tipo di cose può essere sincera ma la sua sincerità non la salva dall'essere falsa. È falsa, perché è cieca. Essa perde completamente di vista il significato integrale della croce.  La vecchia croce è un simbolo di morte. Si erge per la rude, e violenta morte di un uomo. L' uomo che, in epoca romana prese la sua croce e si avviò su per la stradaaveva già detto addio ai suoi amici. 

Egli non sarebbe tornato. Stava andando verso la sua morte. La croce non fece alcun compromesso, non modificò nulla, non risparmiò nulla; essa uccise tutto dell'uomo, completamente e per sempre. Non cercò di rimanere in buoni rapporti con la sua vittima. Colpì crudele e duro, e quando ebbe finito il suo lavoro, l'uomo non c'era più.

La razza di Adamo è sotto condanna a morte. Non vi è alcuna commutazione di pena e non c'è scampo. Dio non può approvare alcuno dei frutti del peccato, per quanto innocenti possano apparire o gradevoli agli occhi degli uomini. Dio quando salva l'individuo dall' ucciderlo poi lo eleva  a novità di vita.
 
Quell'evangelismo che suggerisce parallelismi amichevoli tra le vie di Dio e le vie degli uomini è falso per la Bibbia e spietato per le anime dei suoi uditori. La fede in Cristo non è in parallelo con il mondo, essa lo taglia di netto. Nell'andare a Cristo, non portiamo la nostra vecchia vita sollevata su un livello superiore, noi la abbandoniamo alla croce. Il chicco di grano deve cadere in terra e morire. Noi che predichiamo il vangelo non dobbiamo pensare a noi stessi come ad agenti di pubbliche relazioni inviati per dimostrare la benevolenza tra Cristo e il mondo.

Non dobbiamo immaginare noi stessi incaricati di creare un Cristo accettabile per le grandi imprese, per la stampa, per il mondo dello sport o per l'educazione moderna. Noi non siamo diplomatici, ma profeti, e il nostro messaggio non è un compromesso, ma è un ultimatum.

Dio offre la vita, ma non la vita vecchia migliorata. La vita che Egli offre è la vita che rinasce  dalla morte. Essa si erge sempre sul lato lontano della croce. Colui che vuole possederla deve passare prima sotto la verga di Dio. Egli deve ripudiare se stesso e approvare la giusta sentenza di Dio contro di lui.

Che cosa significa questo per l'individuo, l'uomo condannato che vorrebbe trovare la vita in Cristo Gesù? Come può questa teologia essere tradotta in vita? Semplicemente, egli deve pentirsi e credere. Egli deve prima abbandonare i suoi peccati e poi procedere ad abbandonare se stesso. Non deve nascondere nulla, difendere nulla, scusare nulla. Non deve cercare di negoziare condizioni con Dio, ma deve chinare il capo sotto il severo giudizio di Dio e riconoscersi meritevole di morte.

Fatto questo deve fissare lo sguardo con fede semplice sul Salvatore risorto, e da Lui verrà la vita e la rinascita, la purificazione e la potenza. La croce che pose fine alla vita terrena di Gesù pone oggi fine al peccatore, e la potenza che risuscitò Cristo dai morti, oggi fa rinascere il peccatore morto ad una nuova vita insieme a Cristo.

Chiunque possa opporsi a questa visione o faccia affidamento,  semplicemente, su una visione ristretta e privata ​​della verità, mi lasci dire che Dio ha messo il suo marchio di approvazione su questo messaggio dal giorno di Paolo ad oggi. Se pur asserito con queste parole esatte o no, questo è stato il contenuto di tutta la predicazione che ha portato la vita e la potenza al mondo attraverso i secoli. I mistici, i riformatori, i revivalisti  hanno messo qui la loro enfasi, e segni, prodigi e operazioni potenti dello Spirito Santo hanno dato testimonianza dell' approvazione di Dio.

Osiamo noi, gli eredi di un tale patrimonio di potenza, manomettere la verità?
Osiamo noi con le nostre matite tozze cancellare le linee del piano o alterare il disegno mostratoci sul Monte? Che Dio non voglia. 

Cerchiamo di predicare la vecchia croce e conosceremo il vecchio potere.
"Signore, non è popolare oggi di essere 'vecchio stile'. Ma mi impegno oggi alla vecchia croce. Aiutami oggi a negare me stesso, a prendere la mia croce, e seguirti. Amen ".


Traduzione di Consapevoli nella Parola 
da "Man, the Dwelling Place of God, 1966" di A.W. Tozer





"Ma quanto a me, non avvenga mai che io mi vanti all'infuori della croce del Signor nostro Gesú Cristo, per la quale il mondo è crocifisso a me e io al mondo."
(Galati 6,14) 

Consapevoli nella Parola

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